TRA SACRO E PROFANO DI S. PORRINO E C. MIGLIORI
Al Teatro Cometa Off un gradevole spettacolo ha ricondotto alle feste popolari italiane.
Stefano Porrino ha scritto e diretto La finestra di Madame Mére. Il testo rievoca Letizia Bonaparte mentre nella Roma, ormai tornata al dominio pontificio, riceve la visita di un giovane carbonaro che vuol riprendere il sogno, di stampo napoleonico, di una Italia indipendente. Siamo nei giorni di carnevale e nella città, sulla via del Corso (è questa, da allora, l’esatta denominazione della strada) scorrono i carri allegorici
- Madame Mére
- Carlotta Bonaparte, Ritratto di Letizia Bonaparte, 1835, acquerello su carta, particolare
e le allegre maschere, descritti dal giovane nei vari momenti giocosi, visti appunto dalle finestre della casa ove vive la madre dell’imperatore. Lo spettacolo si avvale altresì delle canzoni romanesche che accompagnano lo scorrere della vicenda.
Camilla Migliori conduce invece gli spettatori nella Palermo che festeggia
- Festino di Santa Rosalia
- Palermo ricorda il miracolo della “Santuzza” che liberò la città dalla peste
Il miracolo di Santa Rosalia. Una rappresentazione che, sul filo della memoria e delle contrastanti pulsioni nascenti dalla mescolanza di sacro e di profano, porta in scena sentimenti semplici di una vita in grado di cogliere differenti stati d’animo. Altrettanto gustosa anche in questo testo la combinazione tra il parlato e la musica nella regia dell’autrice, Camilla Migliori.
Intonati ai ruoli gli interpreti in ambedue gli atti, dalla soprano Carla Carletti con le sue arie popolari, a Tatiana Farnese, consapevole e saggia madame Mére (ripete la nota frase “non dura”, che usava dire quando continue erano le vittorie del glorioso figlio), Ugo Tarquini e Maria Concetta Liotta.
CARLO VALLAURI