LO SPIEGA UN AUTORE CATALANO
Una novità viva e rappresentativa del mondo d’oggi al Quirino, Il metodo Gronholm di Jordi Galceran.
Sembra facile talvolta toccare argomenti d’attualità, ma è difficile sottrarsi alla banalità. Specie in teatro è raro presentare testi che graffiano sul presente perché adesso sono di scena autori-raccontatori di episodi storici. In Spagna al contrario la società di oggi è continuamente riprodotta sia in film allegri sia in film più profondi. E proprio sulla scia di Almodovar scende ora in campo per il teatro lo scrittore catalano.
Cristina Pezzoli è riuscita a dare unità stilistica nonché concentrato e gradevole rigore al divertente gioco che avviene in un ufficio dove ha luogo la selezione per un vice-direttore d’una multinazionale. I quattro candidati finali sono riuniti in una sala, nella quale apprendono, attraverso uno strano apparecchio, che cosa debbono fare. Innanzitutto sono chiamati ad indovinare chi tra i 4 presenti è il funzionario selezionatore, poi di domanda in domanda si procede per complicati giochi da risolvere rapidamente uno dopo l’altro. I quattro aspiranti al remunerativo posto debbono scervellarsi per venire a capo dei quesiti: ed ogni volta ne nascono contrasti, invidie, persino minacce. Assistiamo così alla progressiva eliminazione nella quale Nicoletta Braschi, incisiva e suadente, Maurizio Donadoni, apparentemente il più realistico, l’enigmatico Tony Laudadio e il sornione Enrico Jannillo (tra l’altro ottimo traduttore del lavoro), gareggiano con insinuanti provocazioni in una gara mentale ricca di continue sorprese.
Il successo internazionale della commedia è stato confermato dal plaudente pubblico romano.
di Carlo Vallauri