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TORNA TENNESSEE WILLIAMS CON CLAUDIA CARDINALE Al Teatro Eliseo


venerdì 3 novembre 2006 di Carlo Vallauri

Argomenti: Teatro


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La poesia di Tennessee Williams torna sulle scene romane (Eliseo) in uno spettacolo volutamente anticonvenzionale di Andrea Liberovici. Lo zoo di vetro costituì una delle novità con le quali, nell’immediato dopoguerra, si ripresentò il teatro americano in Italia. Una commedia tenera ed intimista, ricca di sentimenti e struggimenti del cuore.

Siamo in un Sud degli Stati Uniti non ancora ricomposto dopo le tempeste della crisi, la disoccupazione, il disincanto. Una famiglia, come tante altre, privata del padre, che ha preferito cercare altrove strade forse meno sfortunate, e che assiste, impotente, alla depressione di una giovane donna, colpita nel fisico, ormai disposta alla rinuncia ad affetti maschili se non fosse la madre a indisporla continuamente con i richiami a cogliere qualche conveniente opportunità. E quando il fratello introduce in casa un collega verso il quale la sorella avrebbe disponibili propensioni per antiche frequentazioni sembra giunto il grande momento. Senonché l’ospite ha già trovato la sua metà e quindi non può che mostrarsi gentile ed affettuosamente comprensivo, facendo piangere madre e figlia congiunte in un’ulteriore senso di delusione, mentre l’unico maschio, sino allora rimasto in famiglia, prende il largo, imitando il padre alla ricerca di qualche sollievo che lo liberi dalla degradazione in cui è caduta tutta quell’area povera della “benestante” America.

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Tennessee Williams

Williams sa descrivere sapientemente stati d’animo ed emozioni inquadrandole in quel più vasto affresco che caratterizzò gli States negli anni ’30. Claudia Cardinale nella difficile parte di una madre incapace di comprendere le “motivazioni” dei figli, chiusa nelle illusioni di quella vita serena inutilmente attesa e perseguita, ha trovato in sé la sensibilità e la forza interiore per dare espansione ad un personaggio scabroso, facendo così rivivere, con le sue vibrazioni, l’intensa drammaticità umana di Williams. Olga Rossi ha impersonato, con appropriata immedesimazione, la figura della figlia mentre Orlando Cinque ha cercato di dare corpo alla indifferenza del figlio. Originale l’impostazione scenica e musicale di Liberovici, che si è avvalsa delle evocative raffigurazioni di Lucia Goj.

CARLO VALLAURI

 

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