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TALENTI D’ITALIA (Albeggi Edizioni)

La giovane Italia dei talenti

Un’indagine dell’olandese van Aalderen sulle eccellenze italiane
lunedì 1 maggio 2017 di Nica Fiori

Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Maarten van Aalderen


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Che cos’è il talento se non la capacità di mettere a frutto ciò che la natura ci ha dato? Ognuno a suo modo può valorizzare le proprie capacità e in qualche caso anche gli svantaggi per ottenere uno scopo, per realizzare un sogno, per creare qualcosa di positivo. Ed è proprio questo che emerge dalle storie raccontate nel libro “Talenti d’Italia” da Maarten van Aalderen. Storie di 21 giovani italiani (11 donne e 10 uomini) che rientrano tra le eccellenze del nostro Paese in diversi settori, dal made in Italy, allo sport, al bel canto, alla ricerca scientifica, a dimostrazione che anche in un periodo di crisi, come quello che stiamo attraversando, invece di piangersi addosso, si può portare avanti con coraggio e determinazione un’idea e magari creare anche nuove opportunità di lavoro.

In realtà il giornalista pluripremiato Maarten van Aalderen, già Presidente per quattro anni della Stampa Estera e corrispondente da venti anni del maggiore quotidiano olandese De Telegraaf, ci aveva già abituato a questa visione positiva del suo Paese di adozione con le sue partecipazioni a programmi televisivi e soprattutto con il libro “Il Bello dell’Italia”, con il quale ha iniziato la sua indagine alla scoperta del lato buono della penisola italiana. “Mi piace puntare sull’Italia: mi piace incoraggiare gli elementi di forza di questo Paese. Si può migliorare l’Italia quando si abbatte la sfiducia e l’autolesionismo”, ha dichiarato nel corso della presentazione del volume. In effetti, come è stato sottolineato dall’autore e da altri relatori, gli italiani tendono a dimenticare quegli aspetti buoni, che tanti all’estero invece riconoscono.

Il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, da parte sua, ha ribadito: “Noi Italiani siamo quelli che ci percepiamo peggio di tutti gli altri e questo rischia di rallentare i percorsi individuali”. Percorsi che, grazie alla caparbietà e al talento, al senso di sacrificio e a un pizzico di fortuna, hanno fatto emergere i protagonisti di queste storie, che si caratterizzano tutti per essersi fatti da soli, senza contare sul nome o sul reddito della famiglia di origine.

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L’autore ci conduce con la sua scrittura precisa ed efficace da sud a nord lungo la penisola, cominciando dalla Sicilia, che ha dato i natali a ben quattro giovani promesse, o meglio “talenti”, come il regista Piero Messina, nato a Caltagirone nel 1981, premiato per il suo lungometraggio L’attesa, con Juliette Binoche (uno dei film italiani più venduti all’estero); Ugo Parodi Giusino, nato nel 1981 a Palermo, fondatore e amministratore delegato della società Mosaicoon, azienda di successo nella produzione e distribuzione di campagne video-pubblicitarie per grandi brand, che conta oggi 8 sedi in tutto il mondo; Orazio Sciortino, pianista e compositore, nato nel 1984 a Siracusa e Arianna Occhipinti, viticoltrice, nata nel 1982 a Marsala.

Chissà se il passato di grande creatività di una regione come la Sicilia, sede privilegiata della bellezza e del mito, definita da Goethe “terra sovranamente classica”, non abbia influito sulle scelte di Maarten van Aalderen, che sicuramente adora quest’isola, o se quest’abbondanza di talenti in terra sicula non sia dovuta semplicemente al fatto che si tratta di una regione molto popolata, mentre regioni come la Sardegna, la Basilicata, il Molise e altre sono poco abitate e quindi con minori possibilità di scelta. Anche una città come Napoli ha dato molti talenti, sempre in rapporto ai 21 esaminati. Sono quattro in effetti i talentuosi giovani partenopei, la pugile Irma Testa, nata nel 1997 a Torre Annunziata, la bellissima attrice Denise Capezza (classe 1990) che vive e lavora tra Italia e Turchia, lo stilista Luigi Gaglione, nato a Torre del Greco nel 1983 e l’illustratore e animation film director Francesco Filippini, nato a Napoli nel 1993.

“Dalla Puglia con fervore” è la storia del pugliese Domenico Colucci, nato a Putignano (Bari) nel 1989, informatico fondatore di Nextome, un sistema di navigazione indoor (cioè in ambienti chiusi) che permette di orientarsi con lo smartphone in qualunque punto ci si trovi. Decisamente utile è pure l’invenzione di Diva Tommei, nata a Roma nel 1984, una biotecnologa che ha creato Lucy, una lampada che insegue la luce del sole e la proietta dove serve. Pure romana è Sara Giunti (classe 1988), giovane stilista che combina design e tecnologia, creatrice di ED Emotion design, una linea di borse con illuminazione interna e ricarica USB. Leonardo di Vincenzo, nato nel 1976 a Roma, è un biochimico fondatore di Birra nel Borgo, un vero successo internazionale nel campo delle birre artigianali, mentre Giorgia Pontetti, nata a Roma nel 1977, è fondatrice dell’azienda Ferrari farm, che produce pomodori in serre idroponiche, contro le contaminazioni della terra.

La passione di Francesco Sauro, nato nel 1984 a Padova, è tutta per la speleologia: Ha esplorato ambienti sotterranei in tutti i continenti e ha scoperto in Venezuela Imaruari Yeuta, una delle più antiche e spettacolari grotte del mondo. C’è poi il giovanissimo chef del ristorante Agrodolce di Imperia, Augusto Valzelli, nato a Brescia nel 1991. Tommaso Solfrini, fondatore di Italdron, una azienda nel settore dei droni, è nato nel 1975 a Forlì, mentre Giulia Savino, orafa e designer di gioielleria contemporanea, è nata nel 1987 a Vercelli. Eleonora Buratto, mantovana (classe ‘82), ha avuto il privilegio di essere stata allieva di Pavarotti e ha già calcato come soprano i palcoscenici di prestigiosi teatri lirici italiani e internazionali. Due giovani milanesi si sono affermate in campo scientifico, Stella Brandolese (classe ’80), geologa, che vive e lavora al Cairo per l’Eni, e Marilena Iorio (classe ’78), biotecnologa che ha scoperto particolari molecole che hanno un ruolo fondamentale nei tumori al seno e all’ovaio.

Infine c’è Nicole Orlando, nata a Biella nel 1993, un’atleta che ama definirsi “una ragazza normale con un cromosoma in più”. La trisomia del cromosoma 21, nota come sindrome di Down, non le ha impedito di eccellere con le sue doti atletiche in varie discipline, conquistando medaglie e record mondiali. Ce la ricordiamo anche come ballerina nella trasmissione televisiva “Ballando con le stelle”, dove ha incantato tutti con la sua simpatia e senza i capricci tipici delle altre dive concorrenti.

La frase di Nicole, che l’autore ha inserito all’inizio del capitolo (come ha fatto con tutti i protagonisti delle storie), sintetizza quello che la ragazza, e come lei tanti altri personaggi anonimi, si prefiggono per riuscire nella vita, a dispetto delle avversità: “… voglio andare al massimo, voglio raggiungere i miei traguardi e seguo sempre il mio cuore”. In effetti per lei è “vietato dire che non ce la faccio” (titolo del suo libro scritto con Alessia Cruciani). Ed è proprio questo ciò che Maarten van Aalderen si aspetta dal libro, uno stimolo vitale che spinga i giovani a uscire dalla crisi perché, come già sosteneva Pitagora, anche il giornalista-filosofo Maarten è convinto che “ciascuno di noi non è spettatore passivo della propria vita ma, al contrario, ne è l’artefice principale”.

 

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