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Rubrica: EVENTI


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Locandina dell’evento dedicato al gusto

Una notte al museo di Villa Giulia

Un’iniziativa per scoprire i cinque sensi
sabato 14 settembre 2013 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Architettura, Archeologia


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Nell’ambito delle iniziative culturali che possono allietarci in questi anni di crisi economica, grande successo sta riscontrando l’evento “Una notte al museo”, che ben lontano dal proporci esperienze di terrore come nel noto film da cui ha preso il nome, apre le porte di alcuni musei tra le ore 20 e mezzanotte per far scoprire l’arte e la storia antica, abbinata a degustazioni enogastronomiche, concerti, spettacoli o conferenze di approfondimento.

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Antefissa del Tempio A di Pyrgi con raffigurazione di sileno

Nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, in particolare, sono di scena i “cinque sensi + 1”. Dopo il debutto dell’ultimo sabato di luglio della notte dedicata al “tatto”, il 31 agosto è stato il “gusto” ad attirare migliaia di visitatori impazienti di assaporare i piaceri legati a questo senso, in una delle ville più belle del Rinascimento romano e tra i reperti di un popolo, come quello etrusco, che doveva sicuramente apprezzare il banchetto e il simposio finale, che prevedeva libagioni di vino allietate da musica e danze.

Le visite guidate nel museo, tenute da archeologi della Soprintendenza dell’Etruria Meridionale, sul tema “Cibo di dei. Cibo di uomini”, hanno toccato gli innumerevoli aspetti che l’alimentazione ha avuto nel mondo antico, legandosi al rito e alla

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Dioniso con il tirso in una kylyx attica

sacralità sia nella sfera funeraria sia nella vita religiosa. Si è potuto scegliere tra cinque percorsi guidati, ovvero “La ritualità del banchetto”, “Dioniso e il vino”, “I cereali e i culti demetriaci”, “La cucina di Etruschi e Romani”, “Il mito”, ed eventualmente seguirne più di uno, perché sono partiti a orari differenti.

Ho avuto modo di seguire la visita guidata dedicata a “Dioniso e il vino”, tenuta dalla dott.ssa Francesca Licordari, e ho appreso così che il nome stesso di Enotria, che veniva dato all’Italia, vuol dire terra del vino, in quanto la vite selvatica autoctona era presente sui nostri suoli molto prima dell’introduzione nel Lazio della vite domestica, quella che utilizzavano i Greci, che dava un vino di qualità e necessitava di terreni caldi.

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Il sarcofago degli sposi

È nell’VIII secolo a.C. che avviene questo cambiamento, che riguarda in particolare l’Etruria, dato lo stretto rapporto di questa terra con i Greci. Da diversi autori latini conosciamo tra le altre cose anche il nome dei vitigni che venivano coltivati in Etruria. Ma non dobbiamo pensare al vino dei nostri giorni. Doveva trattarsi di un vino talmente forte da dover essere diluito con acqua, in un rapporto variabile che veniva imposto dal direttore del simposio, e addizionato di miele e erbe aromatiche. In alcuni casi, inoltre, si ricavava una bevanda decisamente nutriente con l’ulteriore aggiunta di formaggio di capra grattugiato e farina di farro.

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Particolare del sarcofago degli sposi

Nel museo di Villa Giulia sono presenti tutti i recipienti e gli utensili che hanno a che fare con il simposio, dai grandi crateri (bellissimo quello di Eufronio, restituito qualche anno fa dal Metropolitan Museum di New York) alle brocche (oinochoe), alle kylix (recipiente piuttosto piatto), al kantharos (coppa biansata), al kyathos (una sorta di mestolo per il vino), ai calici. Si tratta sia di vasi provenienti dalla Grecia, sia di ceramiche locali. Ceramiche che spesso ritraggono scene dionisiache, ovvero Satiri (o Sileni) e Menadi danzanti, figure che accompagnavano il dio del vino Dioniso e che si lasciavano trascinare dall’ebbrezza fino a compiere atti di follia. Teste di Sileni e Menadi sono raffigurate anche nelle antefisse di templi etruschi, come nel caso del tempio A di Pyrgi.

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Il cratere di Eufronio

Quanto a Dioniso, il suo corrispondente etrusco era Fufluns, che ha dato il nome alla città toscana di Populonia, e il cui culto era presente anche a Pyrgi, il porto di Cerveteri. Il dio del vino era “nato due volte”, una prima volta nel grembo di Semele, che l’aveva generato da Zeus, e poi dalla coscia dello stesso Zeus, che lo aveva sottratto all’ira di sua moglie Era, nascondendolo all’interno del proprio corpo. Il suo culto era di tipo iniziatico e nelle cerimonie i suoi seguaci, vestiti di pelli di animali, danzavano incoronati con corone di pampini.

Nel giardino di fronte al ninfeo di Villa Giulia la soprintendente Alfonsina Russo ha condotto la manifestazione, introducendo i numerosi ospiti e in particolare la sommelier Maria Cristina Ciaffi, che ha avviato con il pubblico una piacevole “chiacchierata” su come avvicinarsi con professionalità al gusto del vino.

Contorno alla manifestazione è stata la degustazione di prodotti tipici dell’Alto Lazio dagli oli di Canino (l’Oleificio Sociale Cooperativo e il frantoio Archibusacci) ai prodotti del biodistretto della via Amerina. Un momento ludico è stato offerto dall’Associazione strada del vino delle Terre Etrusco-Romane, che ha dato vita al “tasting game”, una degustazione “bendata” di vini.

P.S.

Il prossimo appuntamento è per sabato 28 settembre (dalle 20 alle 24), dedicato al senso dell’udito. La manifestazione “cinque sensi + 1” prosegue ogni ultimo sabato del mese fino a dicembre. Biglietto d’ingresso al museo di Villa Giulia € 8,00; visite guidate ed attività gratuite.