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Il diritto del bambino al rispetto (edizioni dell’Asino)

UN MEDICO ESEMPLARE PER RIDARE SPERANZE AI BAMBINI ABBANDONATI NELLA POLONIA STRAZIATA DAI NAZISTI

Storie da non dimenticare
lunedì 2 settembre 2013 di Carlo Vallauri

Argomenti: Storia
Argomenti: Recensioni Libri
Argomenti: Grazia Honneger Fresco


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La generazione che ha conosciuto la strage degli innocenti nell’età contemporanea, con i campi di sterminio, ha trovato nel medico e poeta Janusz Korczak, morto a Trebliska nel 1947, il suo autentico cantore. Adesso Grazia Honneger Fresco, nel libro Il diritto del bambino al rispetto, ne presenta i caratteri salienti.

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Janusz Korczak

Polacco di famiglia agnostica, ebreo (scoprì tardi di esserlo), ha dedicato 40 anni della sua vita a bambini orfani di genitori. Osservatore “per ben guidare” diceva a suo tempo il pedagogista Pestalozzi, e a lui si richiamava il coraggioso medico dell’infanzia che rivive in questo libro con la sua straordinaria dedizione a vantaggio dei tanti ragazzini sacrificati. La Casa degli orfani di Varsavia ne è stata testimonianza esemplare. Un luogo di incontri in tempi tumultuosi e pericolosi: l’accoglienza era dedicata a bambini laceri, ai quali egli restituiva quel senso di semplice ed umana partecipazione ai comuni dolori. I ragazzi non dovevano tanto essere preparati alle apparenze della vita quotidiana quanto allo sforzo di capire “le ragioni dell’altro”. Un messaggio di “raccolta” per stare insieme contro le avversità, una educazione quindi per andare oltre i fatti d’ogni giorno per meglio comprendere i valori veri della esistenza. Così nel passaggio tra Ottocento ed inizio Novecento egli riuscì a dare all’infanzia più povera e sofferente i mezzi per elevarsi dalle loro condizioni di estrema indigenza. Nel 1940 l’occupazione tedesca costrinse quei ragazzi di Varsavia a lasciare la sede dell’orfanatrofio per accedere nel piccolo ghetto, in condizioni paurose ed avvilenti.

Una vita di stenti costringeva a rinunce continue in un mondo ormai apertamente brutale, mentre scoppiava quell’insurrezione (autunno 1944) che rimane una delle pagine più tragiche dell’intero periodo bellico. E per il generoso Korzcak una esperienza drammatica che si concluderà a Trebliska. Fame e malattie, in una condizione umiliante che non impedì ai ragazzi, piccoli e più grandi, di comportarsi con dignitosa serietà pur nelle brutalità che essi subivano, nel turbamento e nelle offese ininterrotte alle singole persone. La persecuzione infatti di quei ragazzi ha costituito una delle pagine più avvilenti per una umanità che aveva ormai sconsacrato la dignità dell’essere individuale. Nel ricostituire quelle condizioni di esistenza penosa la prefattrice del libro ha modo di illustrarne i termini terribili come emergono nei testi di Korczak con l’esemplificazione di come cercare di far nascere negli stessi bambini una loro possibilità di salvarsi dalla sfiducia al fine di far comprendere ai piccoli il senso del valore autentico di ogni essere umano, ben oltre la volontà e le decisioni di politici e di legislatori. Si trattava di offrire agli orfani l’opportunità di superare le condizioni di malessere e d’’estremo modo di vivere, per fare di ogni bambino effettivamente un essere umano degno di rispetto, aprendo la loro mente e insieme il loro cuore alla speranza della dolcezza e della gioia.

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Grazia Honneger Fresco

Al di là d’ogni restrizione sofferta nella vita cui i piccoli erano costretti, egli cercava di far sentire i bambini “liberi e felici”. Questa azione di umanità semplice e dolorante offerta per tentare di salvare una fiducia ormai impossibile, nel senso del dovere. Nelle difficoltà, nelle incertezze della possibile crescita, per cercare di curare le esigenze dei più piccoli e consentire ad ogni bambino di “essere com’e”. Ecco il diritto primordiale che va oltre le evenienze oscure delle persecuzioni, con le idee che il medico polacco cercava di inculcare nei piccoli. La ricostruzione di quella singolare esperienza può far riflettere sul valore delle lotte per opporsi ad ogni atteggiamento servile e per non spezzare le speranze e rendere sopportabili tanti inauditi sacrifici, riuscendo a mantenere, anche tra pochi, un’atmosfera di fratellanza.

Così egli conquistava i bambini al “bene” non concesso loro nella realtà in cui erano costretti a vivere e a morire, mentre le strade dell’inganno del tradimento, delle violenze, prevalevano. Eppure rimaneva in loro un senso di possibile volontà autonoma che Korzack cercava di inculcare in menti all’estremo della disperazione. Un insegnamento di ieri e di oggi da apprezzare e da tener presente affinché situazioni del genere non si riproducano, come ancora avviene in tante parti del mondo, senza nessun intervento capace di impedire questo ininterrotto olocausto. Ecco perché occorre impegnarsi per salvare appunto “il diritto del bambino al rispetto”, come reca il titolo.

 

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