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Rubrica: EVENTI


Il Cammino di Pietro a Castel Sant’Angelo

La mostra per l’Anno della Fede
venerdì 1 marzo 2013 di Nica Fiori

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.
Argomenti: Religione


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San Pietro a Roma dovrebbe essere di casa, dal momento che condivide con San Paolo il patronato sulla città. La sua immagine iconografica di uomo anziano con la barba bianca ci è decisamente familiare, eppure la mostra “Il cammino di Pietro”, che si tiene a Castel Sant’Angelo dal 7 febbraio al 1° maggio 2013, nell’ambito dell’Anno della Fede indetto da Benedetto XVI, presenta immagini tutt’altro che scontate. Quaranta opere, che vanno dal IV al XX secolo e provengono da diversi paesi europei, dialogano tra loro con diversi linguaggi artistici, ma accomunati dalle comuni radici cristiane. Curata da don Alessio Geretti, incaricato dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, l’esposizione è realizzata dal Comitato di San Floriano di Illegio e dalla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale di Roma.

Anche se le chiavi di lettura possono essere diverse, per credenti e non credenti, il protagonista apparente è proprio Pietro, ovvero il pescatore-apostolo Simone che a un certo punto riceve da Cristo le chiavi del Regno dei Cieli e il nuovo nome di Cefa (pietra), che in latino diventa Petrus. Introduce alla mostra una tavola tardogotica di Vitale da Bologna, “San Pietro benedice un pellegrino”, raffigurante un uomo con i tipici attributi del pellegrino (la bisaccia e la conchiglia), che si reca a Roma per visitare la tomba di Pietro e sul suo cammino incontra il Santo, anacronisticamente rivestito con i paramenti pontificali del tempo dell’artista.

Il viaggio del pellegrino può essere assimilato al Cammino realizzato in mostra, che ci invita a scoprire, attraverso un itinerario suddiviso in particolari sezioni o momenti, le vicende umane e spirituali di Pietro. Nella stanza dell’Incontro, il primo momento preso in esame, vediamo che per Pietro la fede non è la conclusione di un ragionamento, ma l’entrata nella sua vita di una presenza fondamentale e corrisponde a un preciso avvenimento, quello della pesca miracolosa e della sua chiamata, raffigurato in alcune opere, in particolare una barchetta lignea con Pietro e Andrea del primo Cinquecento, proveniente da Aquisgrana, mentre un dipinto coevo di Benedetto Tisi, detto il Garofalo, mostra la seconda chiamata di Pietro, quella che si verifica dopo la morte e resurrezione di Cristo.

Segue lo Stupore, ovvero quello che Pietro prova quando Cristo compie un miracolo. Davanti alla manifestazione del soprannaturale, la sua fede si irrobustisce. Per illustrare questo, un grande dipinto del russo Vasilij Polenov, “Gesù resuscita la figlia di Giairo” (1871), e una straordinaria tela di Mattia Preti, che raffigura il ritrovamento di una moneta dentro lo stomaco di un pesce. Allo stesso momento appartiene la tavola con la Consegna delle chiavi a Simone, di Lorenzo Veneziano (1370 circa), come pure l’icona della Trasfigurazione sul monte Tabor, da Novgorod.

La Resistenza, ovvero quei momenti nei quali Pietro resiste a Gesù, sono rappresentati dalla Lavanda dei piedi, di Giovanni Baglione (il noto antagonista di Caravaggio) e dall’episodio della preghiera nell’orto degli ulivi. Un dipinto del Cavalier d’Arpino mostra il sonno di Pietro, Giacomo e Giovanni mentre Gesù entra nella sua agonia e un altro di Marcello Venusti sullo stesso tema raffigura Gesù che risveglia Pietro dopo la sua preghiera nel Getsemani.

La cattura di Gesù di Georges De La Tour ci mostra il Rinnegamento da parte di Pietro, incalzato dalle domande di una popolana. Al rinnegamento seguono le Lacrime di Pietro, soggetto stupendamente reso dal Guercino e ancora da un dipinto di scuola napoletana, mentre una tela del 1898 di Eugène Burnand ci mostra la corsa mattutina di Pietro e Giovanni al sepolcro di Gesù. Vediamo nelle prime luci dell’alba lo spaesamento e la paura negli occhi spalancati dell’apostolo, non ancora consapevole che si tratta di un’alba di resurrezione.

Altro momento è quello della Carcerazione, stupendamente reso da alcune tele seicentesche. Un dipinto di Giovanni Serodine mostra Pietro in meditazione nel carcere con un’iconografia decisamente originale (la meditazione è più tipica di San Girolamo), mentre la liberazione dal carcere di Luca Giordano si ricollega a quella più celebre di Raffaello nella figura dell’angelo. Splendido il dipinto di Gerrit van Honthorst sullo stesso tema, che raffigura Pietro stupito, ma non spaventato dall’apparizoione dell’angelo. Un dipinto di Simon Vouet raffigura, invece, l’apparizione di san Pietro a Sant’Agata imprigionata.

Una sala è dedicata alle icone. Il tema è quello della Fraternità, in quanto immediato effetto della fede è l’introduzione a una nuova fraternità ed ecco l’icona che mostra l’abbraccio di Pietro e Paolo, due persone estremamente differenti per carattere, cultura, stato sociale, ma che miracolosamente fraternizzano. Non passano certo inosservate la complessa icona russa del Giudizio universale e quella miracolosa della Madonna Blachernitissa (XVIII secolo), proveniente da Mosca.

Per finire ci sono la Somiglianza con Cristo e la Missione di Pietro, con quattro tavole del primo Cinquecento di Hans Süss von Kulmbach, San Pietro in cattedra con 4 santi, di Marco Basaiti (XVI secolo), Paolo redarguisce Pietro, di Guido Reni. Sono esposti anche i ritratti duecenteschi di Pietro e Paolo provenienti dall’antica basilica di San Pietro, una lucerna del IV secolo raffigurante la navicella della chiesa con Pietro e Paolo e l’evangeliario di San Marco di fattura cividalese, dal Tesoro della Basilica di San Marco a Venezia.

Le opere d’arte, in una rappresentazione quasi teatrale coadiuvata da proiezioni cinematografiche e momenti musicali, fanno entrare il visitatore nella vita del santo, permettendo a chiunque di identificarsi con lo stesso, o meglio con i suoi sentimenti e i suoi errori (pensiamo per esempio al rinnegamento di Cristo), ma soprattutto con la sua fede nella misericordia di Dio.

P.S.

Il Cammino di Pietro (catalogo Skira).

Roma, Castel Sant’Angelo.
7 febbraio - 1 Maggio 2013
Orario: dalle 9 alle 19,30, chiuso il lunedì.


 

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