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SEGUITO 2 DI IRREQUIETA COME L’ANIMA DI UNA MOSCA UNA MOSCA

MI (Margherita Ingoglia); IL (Ignazio Licata)
venerdì 1 dicembre 2023

Argomenti: Recensioni Libri


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INTERVISTA

MI. Michela Murgia diceva che tutto è politica. Se nelle Malagrazia si snerva questa dimensione spetta al lettore dirlo.

IL. Sfuggire all’abbraccio mortale della definizione, imparare l’eccesso è il passaggio necessario per rompere ogni catena, pensare il mondo a partire dalle contraddizioni e dai casi singolari. Sono Eccentrica Pantagruelica Onnivora Mefistofelica un superlativo di opposti. Eppure questo sembra soltanto il primo passo, che precede una nuova capacità di “racchiudersi”, farsi monastero interiore. Forse scomparire dal tempo della società e degli orologi: dolori mi ricordano di non essere ancora del tutto indifferente a questo rilievo di umano (…)

Plasmata di gelo, non posso bruciare. Se fatto di ghiaccio, tutto il male sarà solo un vapore. Così io.

Accado di corpo liscio e tetro, dove ogni vigore di folgore scivola esemplare in un mantello di pieghe filanti. Cado nella frazione assente del tempo, per farmi eco.

MI. Sarebbe stato interessante affrontare questi discorsi di persona, scriverli mi sembra di banalizzarli. Dovrei rispondere in modo sintetico ed è complicato farlo. Riuscire a entrare nella propria dimensione intima è, suppongo, l’esercizio doveroso di chi vuol scrivere sinceramente. L’intimità con sé stessi è la prima forma di amore possibile: amare se stessi per amare gli altri. Svelarsi a se stessi è un lavoro meticoloso e impegnativo, e serve tanta solitudine, tanto silenzio di mondo. Rimanere nudi, soli con sé stessi e sapere che noi siamo il nostro primo mistero. Il più grande.

IL. L’eremita porta dentro di sé la scommessa della vita stessa: Sono Eremita per il Mondo resto l’Appesa. al Sole mi chiaman la Matta. Sono una carta di tarocchi volata: la Madre. In quale mondo è finita questa carta? Che profezie e segni annunceranno il suo ingresso nei tarocchi?

MI. La grande madre, materna e matrigna, la grande madre del mondo, la sempre gravida e la sterile. Resta un mistero anche per me. Per conoscere le sue profezie bisognerebbe consultare i tarocchi!

IL. L’eros è per tutti promessa, paradiso e campo di battaglia. Porta in sella uno spirito strano che avanza. Entra a scomporre sottane, solleva i sussulti dalle cosce, e mi sveglia. Tutta. Nella tua poesia è anche una nota acuta che vibra sottopelle ed è preludio di ciò che chiamiamo coscienza: Ho l’orchidea nel vaso. La innaffio al mattino, tutti i giorni. La sveglio, la tocco con la punta delle dita. Si scopre e ricompone, si lascia andare al rito con il solito sbavato rosso di fossette. Sveglia allarga i petali, si bagna e mi seduce l’assolo, il nostro, mio e del mio fiore

MI. Si scrive con il corpo. Scrivere è toccare l’altro con le parole. Nelle lettere Emily Dickinson faceva bruciare di passione ogni parola che indirizzava ai suoi destinatari. Non è solo una questione sessuale, ma passionale. Impeto, travolgenza (lasciami passare il termine!)

IL. La malagrazia è anche l’arte di saper accogliere ciò che il mondo ha perduto? Amo le espressioni dei pensierosi, farsi assenze i cibi freddi, e tutti i doni andati persi, sulle navi. Amo i sinistri. Gli orologi rotti. I defraudati. Amo le trecce ritrovate dagli amanti tra le lettere ingiallite. I frigoriferi vacanti. I randagiati. I quartieri malfamati.

MI. E continua a perdere! La Malagrazia guarda Quasimodo e se ne innamora per la sua tenera timidezza. Non vede altro.

IL. Oltre Emily Dickinson, con la quale hai in comune il saper stare sul bordo del mondo, accogliendolo ma senza mai confondersi con esso, quali sono i punti cardinali della tua biblioteca?

MI. Plath, Bronte, Negri, Pozzi, Morante, Fallaci, Browning, Baudelaire, Bellezza, Rosselli, Penna, Sexton, Rimbaud… difficile fare un elenco completo. Dimenticherei troppi amori… IL. Recentemente ho visto una bella edizione del Flauto Magico di Mozart. Come sai in quest’opera La Regina della Notte ha il ruolo dell’antagonista, vuol tenere lontana sua figlia Pamina da Sarastro e gli altri monaci. Pare che per Mozart e Schikaneder la regina rappresentasse la Chiesa Cattolica e la comunità di Sarastro la massoneria. Oggi qualche critica e alcuni registi hanno messo l’accento sul maschilismo un po’ trombone di Sarastro, offrendo una nuova luce alla nera madre di Pamina. Che ne pensi? MI. Non so rispondere. Devo vedere l’opera.

 

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