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LA COMPLESSITA’

di Andrea Forte e Vivi Lombroso
giovedì 18 maggio 2023

Argomenti: Opinioni, riflessioni


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Lo studio della Complessità è la scienza più difficile ed ampia di tutte le scienze specifiche, perché le investe ed ingloba tutte. Quello che servirebbe è comprendere i principi, i valori, le strutture fondamentali della complessità, semplicemente perché essi fanno comprendere se stessi e la vita sostanzialmente, e non nella forma.

Orientativamente, il sostantivo “complesso” indica un sistema, sia esso concreto od astratto o misto, che comunque risulti composto da elementi plurimi. Tali elementi sono distinti fra loro, ma comunque organizzati ed interattivi, a causa di relazioni definite. L’aggettivo “complesso” pertanto indica la qualità di contenere elementi plurimi ed interattivi. _ Conseguentemente, la situazione per cui numerosi elementi interagiscono, viene indicato col termine “Complessità”.

Nel linguaggio comune invece, l’idea di complessità ha un significato critico e prudente, quando non addirittura denigratorio. Spesso sta ad indicare che gli elementi sono più che plurimi, tantissimi, e persino fin troppi. Contemporaneamente, le loro interrelazioni non sono tutte definite, ma addirittura confuse o ignote.

In questa ottica, la Complessità affascina alcuni (vedi l’enigmistica, il pettegolismo, e similari), mentre respinge altri (i misticoidi, i naturomani, gli auto denigratori etc.). La conseguenza di quanto suddetto è che bisognerebbe liberarsi consapevolmente del significato comune confuso, per accedere al significato asettico e constatativo del concetto di Complessità scientificamente inteso.

Nel secolo scorso, numerosi complessologi iniziarono un’operazione critica nei confronti delle scienze specialistiche. Da una parte questa operazione critica ha rafforzato altre operazioni critiche al concetto di storia, alla possibilità di costruire una scienza psicologica, alla giustificazione delle religioni, alle ideologie. D’altro canto, l’ondata critica specialistica fu favorita da numerose scoperte scientifiche, tra le quali in primis la Relatività.

La Relatività Generale ha tolto il tappeto sotto i piedi alla scienza classica; è stata minata la geometria euclidea, l’illusione che esista uno spazio misurabile in assoluto, e così via. Rimane il fatto che nell’ambito della complessologia, si è mandato in crisi il concetto stesso di Scienza, cioè la chiave di tutte le certezze.

Per molti millenni c’è stata la fede che la scienza fosse uno strumento per chiarire le cose, per capirle, per metterle in ordine, il sogno di Cartesio: poche idee chiare e semplici. Insomma fede nella semplicità e nella scienza come costruttrice di semplicità. Vedi Kant per cui la morale sta nell’interiorità dell’essere umano. D’altra parte cominciò a delinearsi la sistematica contraddizione a questa fede. Vedi la scienza dei Frattali, Heisemberg, la Teoria del Caos, Cantor, Godel, e altri.

Man mano che le scienze matematiche e logiche andavano avanti, ci si accorgeva che nessun fenomeno andava definito: nessuna situazione la si può capire isolata, la si capisce nella misura in cui la si colloca in un contesto, si fanno collegamenti.

Naturalmente, il primo atteggiamento è comodo: andare su Internet e vedere il significato delle parole e chiudere con il soddisfacimento di avere capito. È comodo prendere per veri i propri sentimenti, pensieri, impressioni, esperienze. Notoriamente c’è un problema di pigrizia psicologica e spirituale.

Grazie alla Scienza della Complessità emerge dunque la seguente valutazione pregiudiziale: la semplicità allontana dalla conoscenza in quanto resta semplicismo, e porta al riduttivismo. La Complessità invece avvicina alla conoscenza, in quanto amplifica e consapevolizza, ci si accorge che questa valutazione è valida nella vita pratica, intima, e in tutte le situazioni.

Allora sorge la consapevolezza della Complessità, cioè che la stessa Complessità soggiace alla regola della Complessità. In altre parole, non si può dare una definizione esauriente della Complessità, è un impegno in qualunque campo lo si adotti, in realtà è una scelta.

A questo punto, chi sceglie la Complessità come strumento di vita ? Conosciamo troppo bene l’umanità per non sapere che la conoscenza interessa poco o niente. In realtà interessano le abbuffate endorfiniche che il sistema nervoso produce quando l’individuo entra in uno stato gratificante, e quindi cerca una conoscenza semplice, una intuizione spontanea, una illusione gratificante, e similari.

 

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