Fondazione Teatro della Toscana – Best Live
Dal 4 al 9 ottobre
Al teatro Quirino di Roma, martedì 4 ottobre si è aperta la nuova stagione con la messa in scena della Fedra di Seneca, con la regia di Elena Sofia Ricci.
L’opera, pur essendo una tragedia classica, affronta tematiche mai superate e banali: la fugacità della bellezza e della giovinezza, le dinamiche familiari, le ossessioni e l’ombra che se non integrata rischia di essere un richiamo potente verso l’autodistruzione, l’arroganza e il conflitto con il potere che fa emergere la coscienza sociale, mai tanto attuale come oggi.
E. Sofia Ricci ha spiegato che, quando le è stato proposto di curare la regia è stata colta da un senso profondo di inadeguatezza che però l’ha spinta ad accettare la sfida.
La sua versione di Fedra è quanto mai attuale, infatti, è stata ambientata in uno “sfasciacarrozze di tutti i tempi”, una discarica infernale in cui tutto è a brandelli (come poi finirà Ippolito), spezzato, umiliato. Da questo paesaggio distopico emergono e scompaiono le “persone” che prendono il loro posto nella storia del dramma che, si muovono e arrancano nelle macerie della propria esistenza.
Fedra, Ippolito, Teseo, la Nutrice, il Messaggero, ma anche il coro protagonista di un’intensa invocazione agli dei disinteressati della vicenda umana, mentre gli uomini premiano l’empio, il malvagio e condannano alla “damnatio memoriae” i puri, i probi.
Valentina Banci, ha un carisma potente in scena, la sua forza espressiva e di incarnazione del personaggio rendono “vero” anche il più difficile dei versi. Una messa in scena che mostra ancora una volta la forza della “parola” di Seneca – poeta e filosofo così tragicamente
contemporaneo mostrando quanto fosse avanti o piuttosto quanto l’umanità sia rimasta tragicamente indietro, in questa altalena della storia in cui si continua ad avanzare tre passi avanti e due indietro.