Due fatti dolorosi e diversissimi tra loro, ma che ci riportano a fare delle considerazioni su come la vita possa, all’improvviso, rivelarsi precaria, senza alcuna certezza e, purtroppo, preda della follia di un estraneo qualsiasi, come nel delitto di Civitanova.
La morte delle due ragazze, dopo una serata in discoteca, mentre ritornavano a casa, ci spezza il cuore. Inutile criticare la libertà concessa ai figli di oggi che, pur di ritrovarsi tra amici o per recarsi in discoteca, riescono ad organizzarsi in mille modi con una certa “sicurezza” controllata dai genitori ma, ahimè, spesso non sufficiente ad evitare pericoli e disgrazie.
Il fatto avvenuto nelle Marche è di tutt’altro genere: una furia incontrollata contro una persona inerme e resa ancor più debole da precarie condizioni fisiche e da una situazione esistenziale e familiare di sopravvivenza.
Ciò che ha letteralmente scatenato (ed uso un eufemismo) l’opinione pubblica in questa tristissima vicenda, è stata, soprattutto, l’indifferenza degli “spettatori” del tragico evento, impegnati a riprendere e fotografare il delitto con i cellulari, invece di cercare un aiuto immediato, chiamare la polizia o tentare (cosa forse piuttosto difficile), di intervenire…
E non mi vengano a dire che l’uso dei cellulari non è stato voluto e ben studiato: in questi casi, l’unico istinto è quello di fuggire, dal momento che l’aggressore poteva essere armato.
Evidentemente, l’ambizione di apparire sui social è più forte di qualsiasi forma di solidarietà, di umanità, di civile convivenza.
C’è chi ha negato ogni forma di razzismo in tutti i comportamenti di quella orribile scena; ma, provate ad invertire i ruoli: se, al posto del malcapitato nigeriano, fosse stato un Italiano, tutti i protagonisti e gli spettatori di questa orribile scena, si sarebbero comportati così?
Stendo un velo pietoso sulle persone malate di “social”, dipendenti da questa forma di comunicazione che sta uccidendo ogni rapporto di umanità e correttezza morale.
Ma questa è un’altra storia e sarebbe lunghissimo discuterne.
Resta il dolore immenso per due tragedie che hanno contrassegnato di pietà, di cordoglio e commozione, oltre che di unanime sete di giustizia, un tranquillo lunedì di Agosto in cui per milioni di italiani avevano inizio le tanto sospirate vacanze…