Grande stupore, se non sgomento, ha suscitato l’assalto effettuato dai sostenitori dell’ex Presidente degli Stati Uniti, Ronald Trump al Campidoglio Americano dove si stava svolgendo la ratifica della vittoria di Joe Biden.
Non ci sono parole adatte a definire la gravità del gesto, a quanto sembra fomentato dai continui attacchi al nuovo Presidente Biden, dalle incessanti accuse di brogli che, nonostante i rigidi controlli e la contestata riconta dei voti in Georgia non avevano portato ad alcun risultato favorevole all’ex Presidente.
Ciò che stupisce maggiormente è l’accanimento perpetuato dal giorno delle elezioni da Trump e dai suoi numerosi elettori contro una scelta fatta dal popolo e che qualsiasi Paese civile dovrebbe rispettare.
Il tutto da uno stato, come l’America, antesignano ,da sempre, dei valori di democrazia, di libertà e di rispetto della volontà popolare.
In un momento così drammatico per il mondo intero in cui si combatte ogni giorno per la sopravvivenza, durante la lotta scatenatasi tra manifestanti e forze dell’ordine, vi sono state quattro persone decedute.
A questo può portare un esagerato fanatismo politico e, probabilmente, una situazione generale disperata in una nazione ove si continuano a contare i morti giornalmente per il Covid?
Mentre il mondo intero si interroga sull’assurdità di quanto accaduto, gli “autori”, o" fautori" di tale ingiustificabile assalto, dovrebbero comprendere che tali atti di violenza sono un boomerang che si ritorce contro chi per sete di potere, cerca di sconvolgere l’ordine democratico di un grande Paese, come l’America.