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Rubrica: EDITORIALI


AQUILEIA ALL’ARA PACIS

Celebrazione dei 2200 anni dalla fondazione
sabato 16 novembre 2019 di Roberto Benatti

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Fino al 1 dicembre la storia di Aquileia attraverso preziosi reperti provenienti dal Museo Archeologico Nazionale di Aquileia e importanti testimonianze dal Museo della Civiltà Romana

La mostra Aquileia 2200. Porta di Roma verso i Balcani e l’Oriente intende ripercorrere le numerose “metamorfosi” della Città nei suoi momenti storicamente più significativi: l’antica città romana, l’Aquileia bizantina e medioevale e il Patriarcato, sino a giungere al periodo in cui la città fu parte dell’Impero Asburgico e infine agli anni della Prima Guerra Mondiale e del successivo dopoguerra.

Lo splendido percorso, curato da Cristiano Tiussi, Direttore della Fondazione Aquileia, e da Marta Novello, Direttrice del Museo Archeologico Nazionale di Aquileia, con un contributo di don Alessio Geretti, curatore delle iniziative culturali di Illegio, pone l’accento sull’importanza del rapporto Aquileia-Roma e sulla straordinaria capacità di migliorare di una città, più volte rinata dopo invasioni, saccheggi, guerre e terremoti.

Fondata nel 181 a.C., Aquileia fu concepita come avamposto di Roma nel margine estremo nord-orientale della penisola, in seguito centro d’irradiazione del Cristianesimo nell’Italia Settentrionale e nelle regioni del Centro ed Est Europa. Città ricca e popolosa, tanto da essere ricordata dal poeta Ausonio (IV secolo d.C.) come la quarta d’Italia, dopo Roma, Milano e Capua. Quando Pompei contava 10.000 abitanti Aquileia ne contava 50.000.

Per secoli Aquileia è stata porto commerciale di primissimo piano dell’intero Mediterraneo e ha costituito la porta d’entrata non solo di derrate e di merci, ma anche di arte e idee provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che, rielaborate si sono poi diffuse nell’Italia Settentrionale, nei Balcani e nel Noricum.

Fu anche sede di un principato ecclesiastico e di uno Stato Patriarcale, a partire dal 1077 e fino alla conquista veneziana nel 1420, mentre il Patriarcato come entità ecclesiastica fu soppresso solo nel 1751, avendo come eredi le Arcidiocesi di Udine, per la parte veneta, e di Gorizia, per la parte imperiale.

Il ruolo che Aquileia ha svolto per due millenni ha avuto un significato non solo militare, politico ed economico, ma anche culturale e ideale nel bacino del Mediterraneo e nel rapporto tra Oriente e Occidente. Mettere in rilievo questa “specialità” di Aquileia a livello nazionale ed europeo è l’obbiettivo primario della mostra “Aquileia 2200”.

Il percorso espositivo, nella sua originalità, offre una suggestiva selezione di calchi in gesso, modelli e preziosi pezzi originali, avvalendosi anche del supporto di strumenti multimediali.

Tra le diverse opere, alcune pregevolissime: l’iconica “testa di Vento” bronzea, di ascendenza ellenistica, la testa di vecchio, improntata a forte realismo, la bellissima stele funeraria del gladiatore, due eccezionali mosaici (raffiguranti uno “pesci adriatici”, l’altro uno stupendo pavone), rilievi marmorei e statue.

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Mosaico pesci Aquileia

È inoltre presente un’ampia e preziosa collezione di oggetti in ambra, espressione di quell’artigianato artistico che si era sviluppato nella città, punto d’arrivo dell’antichissima “Via dell’Ambra” proveniente dal Baltico, dove la resina fossile era raccolta.

L’ambra, usata sin dall’età della pietra, ha una storia di oltre 6.000 anni. La peculiarità dell’ambra baltica, secondo gli esperti, consiste nella sua importante quantità di acido succinico. Ma, più che per la sua composizione, ad affascinare è la storia millenaria come ornamento, il valore magico e religioso, la capacità di catturare elementi provenienti dal passato.

Come non rimanere affascinati lungo i 418 chilometri della Via dell’Ambra: l’itinerario, partendo da Riga, attraversando i Paesi Baltici e la Russia, raggiunge la stessa Italia e, in particolare, Aquileia.

Della mostra faranno inoltre parte 23 calchi di reperti aquileiesi realizzati nel 1937 in occasione della Mostra Augustea della Romanità (dove Aquileia era la città più rappresentata, insieme a Ostia e Pompei), oggi custoditi presso il Museo della Civiltà Romana e alcuni di essi restaurati per l’occasione grazie alla Fondazione Aquileia. Ancora, nella sezione del Cristianesimo, un bassorilievo in pietra calcarea del IV secolo raffigurante l’abbraccio tra Pietro e Paolo, commovente testimonianza della vitalità e della ricchezza della grande Chiesa Aquileiese e, per concludere, due spaccati storici sul Patriarcato di Aquileia e sul Milite Ignoto.

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Testa di vento

In quest’ultima sezione in particolare sarà esposto per la prima volta il tricolore, recentemente donato allo Stato, che avvolse, nella cerimonia in Basilica ad Aquileia nel 1921, il feretro del soldato scelto dalla madre di un soldato caduto e disperso, Maria Bergamas, per rappresentare tutte le vittime disperse in guerra.

Ad arricchire la mostra, al centro del percorso espositivo, sono collocate 43 splendide fotografie del grande Maestro friulano Elio Ciol, che da decenni coglie l’essenza degli antichi oggetti e dei resti monumentali tuttora visibili, fornendo un formidabile apporto documentario, emozionante e vivido, di Aquileia. Questi e altri lavori del Maestro Ciol sono stati esposti quest’estate al MAMM di Mosca e prossimamente daranno vita a un’altra mostra a Ekaterinburg.

Sarà infine proiettato, all’interno del percorso espositivo, un estratto del docu-film “Le tre vite di Aquileia” realizzato da 3D produzioni e destinato a entrare nella programmazione di Sky Arte. Il documentario ripercorre duemila anni di storia di Aquileia attraverso interviste, riprese realizzate nei luoghi simbolo di Aquileia, ricostruzioni virtuali e filmati d’epoca concessi dall’Istituto Luce.

Questi straordinari oggetti d’arte ti fanno rivivere lo sguardo e il modo di vivere dell’antichità e, tramite loro, possiamo rivivere la stessa atmosfera vitale e immergerci nella storia dei nostri avi. Come non ringraziare questo dono e visitare la mostra nei prossimi giorni.

Museo dell’Ara Pacis
lungotevere in Augusta (angolo via Tomacelli) 00100 Roma (RM) - Tel.060608

Email: info.arapacis@comune.roma.it