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INTERVISTA A CHECCO ZALONE PROTAGONISTA DI QUO VADO


mercoledì 30 dicembre 2015 di Silvana Carletti

Argomenti: Prime Cinema


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- Il primo giorno del nuovo anno uscirà l’attesissimo film “Quo vado” del regista Gennaro Nunziante, interpretato da Checco Zalone il cui successo è in continua ascesa.

- Campione di incassi negli anni precedenti, ogni pellicola dell’ormai celebre protagonista rappresenta il film delle feste, un allegro e divertente ritrovarsi ad un appuntamento cinematografico che riunisce giovani e meno giovani.

Chiediamo a Zalone che cosa pensa del suo successo:
- E’ arrivato all’improvviso, inaspettato. Ho sempre avuto una facilità di battute, ma non credevo che potessero divertire tanto.

Il produttore Pietro Valsecchi, a proposito di quest’ultimo film girato in diverse location, dall’Africa al Polo Nord, ci confessa che si è trattato di un lavoro difficile e complicato. Il budget è stato molto consistente, dati gli spostamenti in varie città e con numerosi attori. Sono occorsi due anni di lavoro. “Quo vado” è una commedia brillante, sullo stile di Scola e Monicelli, ma più realista e che si basa sul “politicamente scorretto”.

Chiediamo a Checco:
- Il tuo film parla dell’Italia di oggi. Come è venuto fuori questo ritratto comico e sconcertante allo stesso tempo del nostro Paese?
- Abbiamo voluto fotografare ciò che ci sta attorno. Questa volta c’è stato probabilmente un salto di qualità. Non abbiamo voluto parlare soltanto delle masserie della Puglia, ma abbiamo puntato sulla novità della Norvegia e dell’Africa.
- Nel film ci sono due riferimenti alla disabilità piuttosto” leggeri”. Li ritieni educativi?
- Penso che l’educazione possa passare anche attraverso l’ironia: siamo partiti dall’Italia della prima Repubblica, quando il posto fisso era la massima aspirazione per le famiglie.
- Come vi è venuta l’idea del Festival di Sanremo e di Albano e Romina riuniti?
- Andammo a cena con loro un anno prima e pensammo che l’idea di farli rivedere assieme in TV, poteva essere d’impatto alla malcelata nostalgia del protagonista del film che solo allora decide di ritornare in Italia…
- Sempre. Avevo anche fatto un concorso per viceispettore di Polizia. I miei genitori mi inculcavano, da sempre, questa idea…
- Come avete girato la parte del film che si svolge al Polo Nord?
- Grazie al CNR e ai suoi volontari, siamo riusciti a semplificare le cose. La situazione non era molto agevole. A Berger abbiamo trovato un mondo diverso dal nostro: è un paese ricchissimo, ma con grandi problemi di alcol e di droga. Ad esempio, abbiamo rischiato un incidente diplomatico, girando per strada con due bottiglie di vino francese… La gente non ti saluta e non puoi entrare in un locale se non sei vestito in un certo modo. Ai semafori, se ti fermi, nessuno suona il clacson o reclama. E’ stata comunque, una bellissima esperienza.
- Che ci dici del successo della canzone “Prima repubblica” del film?
- E’ addirittura terza in classifica come passaggio in radio. Descrive, come il film, l’Italia come era e come è oggi , piena di cose scorrette. Non abbiamo mai trattato volgarità; la nostra comicità è regolata, senza banalità gratuite.
- Come è stato lavorare con i bambini?
- Molto piacevole, nonostante le previsioni…Sono spontanei, naturali e molto divertenti.
- Con gli incassi pazzeschi dei tuoi film, sei cambiato?
- Certamente. Si vive benissimo e penso spesso a quando questo successo finirà. Probabilmente, la gente va a vedere il mio film per rilassarsi e dimenticare, per un po’ i problemi quotidiani. Molti faranno il Capodanno in sala con “Quo vado” .Sono già stati venduti dei biglietti in anticipo… Termina qui la nostra intervista ad un attore che riesce a mettere in evidenza i mali della nostra società facendoci ridere, ma anche riflettere…

 

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