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Rubrica: EDITORIALI


EDITORIALE MARZO 2016

Cambiano i tempi, ma la famiglia dovrebbe conservare il suo ruolo naturale.
martedì 1 marzo 2016 di Silvana Carletti

Argomenti: Opinioni, riflessioni
Argomenti: Etica


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La società si è evoluta, (non sempre in meglio), ma la tecnologia, le scoperte, il rapidissimo affermarsi di meccanismi inimmaginabili, rischiano di relegare l’aspetto umano della vita ad un ruolo secondario, in nome di un abbattimento progressivo di regole e valori.

Il riconoscimento dei diritti civili per coppie gay e non, è certamente un traguardo raggiunto dopo anni di lotte e di polemiche ed è giusto che sia stato decretato e regolarizzato ma, a nostro parere, il coinvolgimento di figli e il via libera ad adozioni facili, non è da legalizzare né da approvare perché, in primo luogo, sono i ragazzi che dovrebbero essere tutelati.

Dall’ origine della vita, il nucleo familiare è composto da una donna e da un uomo che possono diventare padre e madre dei futuri figli. Non c’è soltanto una diversità fisiologica tra i coniugi, ma esistono anche caratteristiche di comportamento, di pensiero, di rapporto con i figli che nessuno al mondo può modificare o sostituire.

A tutti sono noti i danni provocati da famiglie che si sfasciano, da rapporti “allargati” da mancanza di riferimento per i figli che si vedono, all’improvviso scaraventati in situazioni nuove, con nuovi genitori acquisiti che si sostituiscono al padre o alla madre con cui hanno convissuto fin dalla nascita…
Devo continuare?

E che ne pensate di un bambino che si trovi a convivere con due padri o con due madri?

Gli stessi psicologi avvertono che i figli di tali coppie risentirebbero di disagi dovuti a problemi educativi causati da un rapporto non tradizionale.

Ed ora, si parla addirittura di adozioni da parte di genitori dello stesso sesso?

Ma quando finiremo di stravolgere la natura, non solo ecologicamente, ma anche nella sua costituzione naturale, dato che un figlio può nascere solo dall’unione di un uomo e una donna e non diversamente?

Che cosa penseranno i futuri figli adottati da coppie gay, quando si troveranno ad affrontare una società divisa a metà e non certo propensa a stravolgere l’ordine naturale delle cose?

Perché non si propone un sondaggio tra i giovani e giovanissimi per comprendere che cosa ne pensano? A chi cerca di giustificare la proposta di step child adotion come deterrente all’abbandono dei bambini, si può rispondere chiedendo al governo un più facile e veloce disbrigo delle procedure burocratiche che, da secoli, rendono quasi impossibile ottenere le adozioni e l’affidamento, estendendole anche ai single ed impedendo, così, una confusione di ruoli che danneggerebbe, a nostro parere, un sereno sviluppo della personalità del bambino.

Dovremmo ricordarci che le conseguenze di leggi sbagliate non si possono valutare nell’immediato, ma rischiano fortemente di compromettere il futuro delle nuove generazioni.

 



  • EDITORIALE MARZO 2016
    29 febbraio 2016, di Luciano De Vita

    Il lettore attento noterà che questa rivista pubblica opinini molto diverse su temi analoghi. Ogni opinione è rispettabile se espressa in maniera consona. Ognuno di noi, leggendo pareri discordi, può meglio chiarire la sua propria idea. Questa è l’idea base della libertà di pensiero e di stampa.

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