“Tanto tuonò che piovve…” recita il detto, ma in questi ulti tempi la pioggia, le bolle d’acqua, i temporali hanno superato spessissimo la soglia della normalità e della sicurezza.
Per non parlare del mare che avanza inesorabile mangiando le coste o, addirittura, provocando tsunami incontrollabili.
La natura si ribella allo scempio continuo dell’uomo che dibosca o brucia le foreste, versa liquami e veleni nelle acque, inquina l’aria con gas e smog quotidiano e non si preoccupa del futuro che più che dalle guerre (ahimè) possibili, sarà distrutto dall’incuria e dalla incoscienza delle nazioni tutte.
Sono rimasti pochi, ormai, i siti incontaminati, ove la terra si è salvata dalla incessante distruzione dell’uomo; purtroppo sono accessibili solo a pochi e ci si accontenta spesso, di ammirarli in fotografia.
Anche il nostro Paese conserverebbe dei luoghi ancora “salvabili” dall’invasione dell’edilizia, delle fabbriche, dei rifiuti, ma il più delle volte, si tralasciano provvedimenti urgenti ed indispensabili alla loro sopravvivenza.
Per non parlare poi degli interventi urgentissimi che da anni aspettano una risposta.
Qualche nome? l’Aquila, la Toscana, la Liguria, solo per citarne alcuni.
Sarebbe molto più opportuno ed intelligente un ricorso immediato e continuativo alla salvaguardia di città, regioni e vite umane, piuttosto che discutere leggi e leggine che impegnano mesi ed anni del nostro Parlamento e che difficilmente vengono alla fine emanate.
Ci si dimentica, insomma, che la vita umana, le speranze, il benessere delle persone dovrebbero venire al primo posto nella scala dei provvedimenti e delle decisioni del governo di ogni n
azione.