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Rubrica: EVENTI


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De Nittis a Padova

Mostra De Nittis a Padova

Un impressionista pugliese dalla ’Repubblica di Portici ’al trionfo parigino
lunedì 1 aprile 2013 di Elvira Brunetti

Argomenti: Arte, artisti
Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Padova dedica al pittore di Barletta una grande mostra curata da Emanuela Angiuli e Fernando Mazzocca. A Palazzo Zabarella sono esposti dal 19 gennaio al 26 maggio 120 dipinti in una successione che dalle prime sale con quadri giovanili passa attraverso le famose vedute del Vesuvio alle sale dove risplende tutta la Belle Epoque di Parigi.

Giuseppe De Nittis (Barletta, 1846 - Saint-Germain-en-Laye, 1884). Studia a Napoli, dove frequenta l’Istituto delle Belle Arti e si distingue per la sua passione artistica nel gruppo della ’Scuola di Resina’, ribattezzata da Domenico Morelli: ’Repubblica di Portici’, movimento di Indipendenti reazionario alla pittura accademica (Fig.01). Ormai é il ’Vero’ che attira i nuovi pittori. A Firenze il gruppo animoso dei Macchiaioli del Caffé Michelangelo guarda a De Nittis come una sana e genuina promessa futura. L’amicizia con Telemaco Signorini dura fino alla condivisione del successo a Parigi e a Londra (Fig.02).

Ricco di quella linfa vitale puramente italiana, meridionale, temprata dalla sua personalità ribelle s’interessa alle nuove tecniche dalla ’Macchia’ alla pittura ’En plein air’, personalizzando quella dell’Impressionismo fino all’ardore che gli suscita l’uso straordinario del pastello. ’Mantienti indipendente, tu non puoi essere scolaro di nessuno’ gli diceva il Cecioni. Solo in tal modo si spiega lo stile denittisiano, che fa di lui un pittore sui generis. Questi temi vuole evidenziare la mostra di Padova.

Il pittore che arriva a Parigi nel 1867 é un’artista già autorevole, pronto ad uno scambio paritario con i colleghi d’oltralpe. Sposa Léontine (Fig.03) e nel ’70 torna in Italia a Portici, dove nasce suo figlio. Ivi trascorre due anni nei quali studia con grande attenzione e dedizione il Vesuvio nel desiderio mai soddisfatto di una nuova resa più congrua al suo spirito. Il vulcano napoletano diventa la sua ossessione come per Cézanne la ’Montagne Sainte-Victoire’. Una ricerca che si espleta attraverso gli arditi tentativi delle venti magnifiche vedute esposte a Palazzo Zabarella dal tocco moderno, astratto (Fig.04).

Conosce Mariano Fortuny che dopo Portici incontra a Parigi, l’eccentrico pittore spagnolo creatore di una eleganza nuova che tanto impressionerà gli artisti napoletani ed europei. Nel famoso atelier-museo veneziano, regno incontrastato del Fortunysmo ci sono delle sculture eccezionali di Vincenzo Gemito, altro glorioso artista campano.

De Nittis si afferma a Parigi al Salon del ’73 con ’Impressione del Vesuvio’ anticipando quasi di un anno il successo di ’Impression soleil levant’ di Monet. Tuttavia il trionfo che fa scalpore é quello conseguito nel ’74 da Nadar, prima esposizione degli Impressionisti e nascita del movimento, con un piccolo quadro ’Che freddo!’(Fig.05).

Sono gli anni in cui, dopo la disfatta di Sédan, c’é come il desiderio di un riscatto del valore francese ed in tutti i campi dell’arte l’impegno é notevole. Risorgono i Salotti per la diffusione del piacere e della cultura Fig.06). Con i fratelli Lumière nasce il cinema; pittori, letterati e musicisti esaltano il mito della ’Femme fatale’(Fig.07). In quegli anni, dei tre italiani francesizzati, Boldini dipinge la donna viperina, Zandomeneghi domina la moda, De Nittis diventa ’Le peintre des parisiennes’, dall’aristocrazia alla borghesia le signore di Parigi fanno a gara per avere un suo ritratto (Fig.08-09).

Nel suo Salotto di ogni sabato si riunivano artisti e intellettuali dell’epoca (Degas, Manet, Caillebotte, Dumas, de Goncourt). Peppino (Fig.10), cosi lo chiamavano affettuosamente, cucinava i maccheroni napoletani e Léontine riceveva gli ospiti.

Muore a soli 38 anni alla periferia di Parigi in una villetta di Saint-Germain-en-Laye, preferendo per la sua malattia la quiete della campagna (Fig.11). Un sobborgo della Ville Lumière immerso in una foresta dove l’incanto degli antichi Druidi sedusse i moderni Surrealisti e seduce ancora oggi.

P.S.

Dal 19 gennaio al 26 maggio 2013, Palazzo Zabarella di Padova