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UN MATRIMONIO IN FAMIGLIA

Sposarsi: presente e passato
sabato 11 luglio 2009 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Celebrazioni/Anniversari
Argomenti: Società


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- Ed ecco una mimosa,
- macchia d’oro giallo
- nella grigia, piovosa
- giornata di febbraio:
- vitale messaggio,
- gioioso presagio
- di primavera…….

Scrissi questi versi in una cupa giornata invernale, quando dal mio balcone vidi il grande albero di mimose nel giardino della casa di fronte. E’strano costatare come a volte la Natura ci aiuti a superare i momenti difficili. Così una semplice mimosa che avevo sempre visto fiorire tutti gli anni, improvvisamente assunse un significato diverso, simbolico, di grande conforto.

E il giorno seguente qualcosa veramente fiorì anche nella nostra casa quando mia figlia, Paola, e il suo ragazzo, Carlo, con gioia ci informarono che si sarebbero sposati a giugno.

La felicità è come un lievito vitale che fermenta e cresce, si dilata, si espande e genera creative idee. All’improvviso tutta la famiglia sembrava mobilitata intorno al prossimo, importante evento. Avevo sentito raccontare da altri che comunque nervosismi e discussioni sono inevitabili in questi casi, poiché i preparativi, soprattutto se i tempi sono “stretti”, possono causare qualche difficoltà. Non avevo mai creduto a tutto ciò, finché non l’ho sperimentato io stessa. Spesso avevo preso in giro parenti ed amici citando film comici, come Il padre della sposa di C. Shyer con S. Martin, remake dell’omonima pellicola di V. Minelli con S. Tracy e Liz Taylor. In realtà poi è’ stato davvero laborioso organizzare il matrimonio a Napoli mentre mia figlia, che vive a Roma e viaggia per lavoro, era tanto impegnata da non poter seguire il complicato iter organizzativo.

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L’arrivo della sposa accompagnata dal suo papa’

Mio marito, uomo d’azione, fattivo e concreto, ingegnere e manager abituato a risolvere tutto in modo razionale secondo un’ottica aziendale, è stato di valido aiuto benché più volte da noi contestato per i suoi modi un po’ bruschi e troppo diretti . Povero papà, costretto a prendersi sempre i quotidiani pesanti fardelli della famiglia!

Il pensiero è andato al passato, alle mie nozze, a tempi lontani in cui si viveva tutti insieme a Napoli e si poteva organizzare tutto comunicando tra noi con facilità, senza continue telefonate, concisi ms e mail talvolta poco chiare. Ci si sposava anche prima dei 30 anni, poiché allora bastava essere laureati per trovare un posto di lavoro nella nostra città e metter su famiglia. C’era, inoltre, una gran fiducia nel futuro, non il diffuso senso d’insicurezza che avvilisce oggi i giovani. Allora i laureati si trasferivano al Nord o all’estero per far carriera più in fretta o per fare esperienze più interessanti. A quei tempi, infatti, non c’era ancora “ l’imperativo categorico” di dover lasciare la Campania per lavorare.

Episodi comici poi ci sono sempre stati e sempre ve ne saranno, alcuni anzi potremmo definirli “classici” o “da copione”. Quando una coppia decide di sposarsi all’improvviso e tutto viene organizzato in fretta, c’è sempre qualcuno che chiede sotto voce a qualche parente: - Ma la ragazza è incinta? -. Quando mi è stata fatta la fatidica domanda, non ho potuto far a meno di scoppiare in una fragorosa risata. Anche a me essa fu posta tanti anni fa da una signora insospettita dal mio romantico e troppo vaporoso abito da sposa, nonché da preparativi veloci, nel nostro caso dovuti più che altro ad un forte desiderio di essere indipendenti, di “sganciarci” dai genitori e affrontare la vita da soli.

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In attsa del SI

In questi ultimi mesi quindi abbiamo rivissuto il passato: “ieri ed oggi” fusi in un’unica grande gioia. Il nostro matrimonio fu celebrato in modo semplice da mo zio Stefano, frate domenicano, e con pochi invitati per nostra scelta. E così anche mia madre, l’amata nonna Ada, si è immersa nei ricordi e ha raccontato ai nipoti che le sue nozze ebbero luogo in casa durante la guerra e che suo zio, Giovanni Mastropaolo, un bravo sacerdote, organizzò tutto. Ci siamo commossi nel ricordare tante persone ormai scomparse oppure episodi legati agli anni ’60, quando tutti eravamo molto giovani e pieni di vita.

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Il fatidico SI

Alla fine anche Il 12 giugno è arrivato! Papà Savino era molto commosso mentre accompagnava la figlia all’altare. Sposi radiosi! Giornata perfetta! L’evento ha avuto luogo in una splendida villa di Posillipo, dove è stata celebrata anche la cerimonia religiosa, tra cielo, mare, fiori allegri e variopinti in giardini e terrazze e significativo semplice discorso di padre Francesco, sacerdote giovane, colto ed intelligente che ha interagito in modo “very informal” con sposi e testimoni: intorno a noi tanti giovani e solo amici e parenti affettuosi, venuti non solo da Napoli, ma anche da Sabaudia, Roma e perfino dall’Olanda. Nessuno “intruso” per rapporti formali o d’interesse. Nell’aria si respiravano sentimenti autentici di amore, amicizia, stima e rispetto.

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La comunione

Vittorio, il coraggioso padre dello sposo, benché molto malato, ha affrontato un faticoso viaggio pur di essere presente: alto, imponente e forte d’animo, sorretto dalla sua bella famiglia, ci ha dato una grande lezione di vita.

Un ‘altra bella persona era con noi quel giorno, Arturo Capasso, accompagnato dalla moglie, Marianna: è stato notato anche da quelli che non lo conoscevano per il suo sguardo dolce e pieno di tenerezza e soprattutto per il modo in cui baciava la mano della sua compagna di tanto in tanto, forse ricordando momenti simili del suo passato. Il giorno dopo è andato via per sempre, mentre da vari punti del golfo s’innalzavano allegri e coloratissimi fuochi d’artificio per la festa di S. Antonio. Molte volte gli avevo ripetuto che il suo stile nello scrivere era “scoppiettante” come quei fuochi. Strane coincidenze!

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Gli sposi con Nonna ADA

La sua presenza al matrimonio di mia figlia è stato per me il suo ultimo, prezioso dono. Fu lui a chiedermi di scrivere qualcosa di diverso, di gioioso su queste nozze, invece dei miei tristi articoli su argomenti di attualità. Ho mantenuto la promessa e ringrazio Arturo, amico affettuoso e sincero, che un giorno certamente ritroverò, quando Dio vorrà.

 

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