Al numeroso pubblico di Reazione a catena non è certo sfuggita, ultimamente, la diversità di trattamento tra i concorrenti che si cimentano in una gara molto seguita dal pubblico televisivo.
Il trio formato ai “I DAI E DAI” ha dimostrato, fin dall’inizio della gara, un’eccellente preparazione, grande spirito di inventiva e prontezza di riflessi.
Probabilmente, la loro attività informatica li ha resi molto immediati e precisi nelle risposte.
Al pubblico televisivo, però, non è certo sfuggita la diversità di contenuto dei vari quiz finali che, da un inizio abbastanza sostenibile, è poi passata a difficoltà sempre maggiori, a volte, addirittura incomprensibili e contestabili che avrebbero messo in grande difficoltà qualsiasi esperto di lingua italiana.
Ciò non riguardava soltanto l’ultima sfida, ma anche l’ultima parola da indovinare che si rivelava, alla fine “inimmaginabile” e “criticabile”.
Dopo 125 partecipazioni, il famoso ed eccellente gruppo, sempre vincente, è caduto su di una banalità che lascia molti dubbi e stupore…
Ciò che desta meraviglia, però, è il fatto che, dopo essere l’eliminazione dei “DAI E DAI”, si è passati a presentare delle domande talmente facili e semplici da sembrare incredibili…
Peccato; perché una trasmissione così accattivante e piacevole rischia di cadere nell’ovvio e nello scontato, a danno di visibilità e, soprattutto, di qualità.