sceneggiatura GIANNI AMELIO, EDOARDO PETTI, FEDERICO FAVA
con LUIGI LO CASCIO, ELIO GERMANO, SARA SERRAIOCCO e per la prima volta LEONARDO MALTESE
ANNA CATERINA ANTONACCI, RITA BOSELLO, DAVIDE VECCHI, MARIA CALEFFI, ROBERTO INFURNA con la partecipazione di VALERIO BINASCO, ALBERTO CRACCO, LUCA LAZZARESCHI, ELIA SCHILTON, GIOVANNI VISENTIN, FABIO ZULLI
Alla fine degli anni 60 si celebrò a Roma un processo che fece scalpore.
Il drammaturgo e poeta Aldo Braibanti fu condannato a nove anni di reclusione con
l’accusa di plagio, cioè di aver sottomesso alla sua volontà, in senso fisico e
psicologico, un suo studente e amico da poco maggiorenne. Il ragazzo, per volere
della famiglia, venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico e sottoposto a una serie
di devastanti elettroshock, perché “guarisse” da quell’influsso “diabolico”.
Alcuni anni dopo, il reato di plagio venne cancellato dal codice penale. Ma in realtà
era servito per mettere sotto accusa i “diversi” di ogni genere, i fuorilegge della
norma. rendendo spunto da fatti realmente accaduti, il film racconta una storia a più voci, dove, accanto all’imputato, prendono corpo i famigliari e gli amici, gli accusatori e i
sostenitori, e un’opinione pubblica per lo più distratta o indifferente.
Solo un giornalista s’impegna a ricostruire la verità, affrontando sospetti e censure