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ARRIVA A ROMA RUSSEL CROWE con …”QUEL TRENO PER YUMA”


giovedì 18 ottobre 2007 di Silvana Carletti

Argomenti: Interviste


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Incontriamo Russel Crowe nella nostra città per la presentazione del film “Quel treno per Yuma”, un remake del vecchio film di Dolmen Davis, interpretato da Glen Ford e Van Heflin, che ottenne un grande successo nel 1957.

Il film di James Mangold vuole essere non solo una rivisitazione del celebre capolavoro western, ma anche un modo diverso di interpretare i personaggi, specie dal punto di vista psicologico, così da renderli più attuali e moderni. Il regista ha anche ampliato le scene e il panorama, introducendo, ad esempio, un flash sui lavori di costruzione della ferrovia Pacific Raibroad e portando all’esterno situazioni e vicende che, nel film di Davis, si svolgevano in una stanza. Il racconto poi si allarga su il concetto di bene e male; diventa, insomma, più profondo e coinvolgente. Russel Crowe è il bandito Ben Wade.

Gli chiediamo:

- Quale è stato il tuo contributo per i costumi che, sappiamo, tu ami curare personalmente?
- Dò sempre un mio apporto, specie per quanto riguarda i personaggi. Ad esempio, ho cercato di rappresentare il protagonista come un uomo che si vanta della sua posizione sociale; è un bullo, vestito da campagnolo, che si reca in città a spendere i suoi soldi e gli abiti sono per lui uno state symbol. Anche la pistola ha, sul manico, un crocefisso d’oro e il cappello, da molti criticato, è in perfetto stile d’epoca. E’ un uomo che assale la diligenza, ma va anche a giocare al casino.

- Quanto ti ha ispirato John Waine? Più che John Waine mi hanno ispirato i film di Sergio Leone e quelli australiani. Sono partito dall’idea della “cattiveria” di Ben che solo nel finale del film si può capire a che livelli estremi può arrivare…Tutti hanno paura di lui.

- Temevi un confronto con il vecchio film?
- Assolutamente no. Il film di Davis aveva un budget bassissimo e si svolgeva in una stanza. La cosa più bella di quel capolavoro era il dialogo. Siamo partiti da lì, concentrandoci sul rapporto tra i due personaggi, studiandone il carattere e le reazioni.

- Nel nuovo film “American gangster” interpreti un poliziotto buono e ligio alle regole. Qui sei un bandito senza scrupoli. Quale dei due personaggi preferisci?
- Non credo che il poliziotto Ricky sia buonissimo. Fa il suo dovere, ma l’animo umano ha mille sfaccettature e spesso appariamo diversi da quelli che siamo realmente.

- E tu come sei nella vita?
- Domanda troppo personale

- Dicono che il tuo personaggio soffra della “Sindrome di Stoccolma”
- Non so. Il mio personaggio non ha mai avuto problemi con Dan, non è una minaccia. Vorrebbe aiutarlo a riguadagnare il rispetto della famiglia e del figlio.

- Il western sta tornando ad essere di grande attualità. Anche a Venezia gli è stata dedicata una sezione. Che ne pensi?
- Sono pienamente d’accordo con te. Occorrono però storie fresche ed originali e molto impegno.

- Quali sono i tuoi progetti?
- Sto girando un film con Leonardo Di Caprio sulla CIA. Regia, naturalmente, di Willy Scott.

Russel deve lasciarci, perché dovrà ripartire da Roma, per la presentazione del film nelle capitali Europee. “Quel treno per Yuma”, nelle nostre sale dal 19 Ottobre sta riscuotendo un notevole successo in tutto il mondo.

Intervista di SILVANA CARLETTI

 

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