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INTERVISTA A FERZAN OZPETEK E AL CAST DI "MAGNIFICA PRESENZA"


martedì 13 marzo 2012 di Silvana Carletti

Argomenti: CINEMA, Film


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Uscirà venerdì 16 marzo nelle sale italiane, l’ultimo lavoro di Ferzan Ozpeteck, il celebre regista che ha creato e diretto capolavori quali: “Le fate Ignoranti”, “La finestra di fronte” “Saturno contro”, “Mine vaganti”, solo per citarne alcuni.

“ Magnifica presenza” è un film che mescola il reale e il paranormale in maniera misteriosa e coinvolgente e che ci riporta indietro ad un periodo storico drammatico e doloroso, ma rivissuto e riportato in luce da sei protagonisti in modo leggero e, a volte, divertente. Il film affronta tematiche diverse, come quella dell’omosessualità, in un mondo (quello attuale) in cui spesso è negata la libertà di esprimere le proprie fragilità che vengono il più delle volte nascoste e sofferte per timore di incomprensione da parte degli altri.

- Ozpeteck ci dice che l’idea del film gli è venuta ascoltando il discorso di un amico che gli riferiva la presenza di due fantasmi in una vecchia casa semi abbandonata del quartiere Monteverde: una madre ed una figlia che si erano gettate dalla finestra durante i bombardamenti di Roma e che apparivano ad una finestra del vecchio stabile. Presenze inquietanti quelle dei fantasmi che diventeranno “magnifiche” nello sviluppo della storia…

- Gli chiediamo perché, allora, un titolo “al singolare”..
Ci risponde che, in fondo la “presenza” migliore è quella del protagonista Pietro (un eccezionale Elio Germano) che riuscirà, dopo innumerevoli peripezie, a salvare i sei personaggi, regalando loro un ultimo ritorno sulle scene del teatro.
Si, perché i sei fantasmi sono ex attori costretti, durante l’ultima guerra, a fuggire e nascondersi nell’abitazione del protagonista ed in seguito ritrovati ed uccisi dopo il tradimento della loro prima attrice, Livia Morosini ( interpretata magistralmente dalla grande Anna Proclemer.)

- Chiediamo poi al regista come mai nel film si accenna a Giuseppe Garibaldi, nel gioco delle figurine di un album cui Pietro partecipa con i suoi strani ospiti.
Ci risponde che l’eroe italiano è conosciuto in tutto il mondo e che egli stesso lo ha sempre ammirato.

- Il riferimento a Pirandello è talmente evidente che domandiamo ad Ozpeteck in che modo si sia ispirato al celebre drammaturgo italiano. Ci dice che, certamente, la suggestione di Pirandello è presente e che egli stesso ha seguito il ritmo narrativo del celebre autore siciliano, come quando ha cambiato, all’improvviso, dopo una notte insonne, il finale della trama.

- A proposito del nome “Apollonio” di cui si fregia la Compagnia, ci confessa, sorridendo, che l’ispirazione gli è venuta da una bottiglia di vino pugliese che si trovava sulla sua tavola e che l’appellativo gli è sembrato azzeccato e adatto ad un gruppo artistico dell’epoca.

- I riferimenti a Bunuel sono relativi, perché i personaggi di “Magnifica presenza” non accettano la morte. Restano in casa e temono di uscire in un mondo trasformato negli anni e per loro irriconoscibile; soltanto alla fine seguiranno Pietro in un viaggio sorprendente verso un ultima rappresentazione teatrale.

- Tutti gli attori, da Margherita Buy a Vittoria Puccini, ad Anna Proclemer sono concordi nel sottolineare il grandissimo affetto che Ozpeteck riserva sempre per i suoi attori che il regista segue in ogni minimo particolare, preoccupandosi continuamente di loro. In particolare, Anna Proclemer ci dice di essersi sentita libera nella sua interpretazione, anche se, precedentemente, non aveva avuto particolare frequentazione con il cinema che temeva, tra l’altro, avesse regole e limiti più rigidi rispetto al teatro.
Beppe Fiorello, in veste assai insolita di capocomico ci riferisce di aver affrontato una esperienza molto divertente e giocosa, trattandosi, comunque, di un ruolo impegnativo per un attore (interpretare la figura di un attore).

- Alla nostra domanda se i problemi d’amore si possono risolvere solo con il paranormale, Ozpeteck risponde che secondo la sua esperienza, sicuramente no. Egli ha una vita felice e ama il nostro Paese che è ricchissimo di opere d’arte e basterebbero queste per poter vivere serenamente, mentre, purtroppo, alcune forme artistiche come il cinema e il teatro vengono trascurate e messe in ginocchio, a danno soprattutto delle nuove generazioni.

Un monito importante che non si dovrebbe dimenticare e che conclude la nostra intervista.

 

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