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Bonsai

KOKORO-NO BONSAI TEN 2013

Interessante mostra-concorso a Villa Campolieto ad Ercolano
venerdì 1 marzo 2013 di Giovanna D’Arbitrio



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La splendida Villa Campolieto, costruita tra il 1755 e 1775 come dimora di Lucio di Sangro duca di Casacalenda, è situata ad Ercolano lungo il “Miglio d’Oro”, così denominato per la presenza di ville nobiliari di epoca borbonica. Oggi Villa Campolieto spesso ospita interessanti eventi culturali, come la mostra- concorso “Kokoro-no Bonsai Ten 2013, organizzata dal Napoli Bonsai Club (22-24 febbraio).

10000000000000D70000012C250311E2Per favorire una full immersion nei meandri della cultura orientale e della filosofia Zen, la mostra di bonsai è stata inserita in un programma di dimostrazioni di Shodo, l’antica tecnica calligrafica giapponese, a cura di Daniela Di Perna, e di Ikebana, l’arte dei fiori recisi, a cura di Maria Domenica Castrì Ransui.

Accanto ai piccoli alberi erano presenti tante “Suiseki”, cioé pietre levigate dall’acqua di forma particolare usate per la meditazione, e molti “Haiku”, brevi poesie giapponesi che in pochi versi possono racchiudere anche grandi significati. A quanto pare è la prima volta che in Italia tutto ciò viene messo insieme nello stesso luogo.

Quella del Bonsai è considerata una vera arte che consente di creare alberi in miniatura coltivati in vasi piccoli, secondo la tecnica “seishi”, cioè l’abilità di dare una forma particolare alla pianta.

Nonostante la parola ’Bon-sai’ sia giapponese, l’arte ha origine in Cina nel 700 d.C. con il nome di ’pun- tsai’, utilizzando tecniche speciali per coltivare alberi nani in vaso. Originariamente solo l’élite della società praticava il pun-tsai e i piccoli alberi venivano considerati come regali di lusso. Durante il periodo Kamakura (sec. XII) tale arte venne introdotta in Giappone dove subì poi l’influsso della filosofia Zen.

In un’intervista il Presidente del Napoli Bonsai Club, Antonio Acampora, ha affermato che scegliere le essenze adatte al nostro territorio è fondamentale, poiché bisogna affidarsi alle specie della macchia mediterranea come querce, olivi, pini: le piante provenienti da zone tropicali potrebbero manifestare qualche problema di adattamento.

1000020100000116000000B5743ED2EADagli anni ‘70 ad oggi un numero sempre maggiore di appassionati e cultori, anche nel nostro paese, si è avvicinato a quest’arte che spesso assume i contorni di una vera e propria filosofia di vita, tesa al raggiungimento dell’equilibrio interiore e dell’armonia col mondo che ci circonda.

Secondo Acampora la coltivazione e la cura di queste piante, infatti, pone le persone in una condizione di ascolto e di umiltà, seguendo la via tracciata dalla natura e dai suoi tempi: grazie alle dimensioni ridotte è possibile notare meglio tutti i micro mutamenti della pianta oltre che il susseguirsi delle stagioni, dalle foglie che imbruniscono ai primi germogli.

A Napoli gli iscritti al club sono una settantina per il momento; intanto a Villa Campolieto i massimi esperti in Italia dell’arte-bonsai si sono confrontati, mostrando quelle che vengono spesso definite “sculture naturali”.

Personalmente sono molto grata per l’invito del Club Soroptimist di Napoli che ha organizzato con cura una visita guidata alla mostra. Ho seguito con molto interesse tutto il percorso, ascoltando con attenzione le dettagliate spiegazioni e dimostrazioni degli esperti: ho molto ammirato suiseki, haiku, ikebana, ma devo dire che purtroppo i bonsai non mi hanno convinta fino in fondo, malgrado più volte sia stato ribadito che “la pianta non soffre”.

Sicuramente da incompetente e amante di tutto ciò che è semplice e naturale, mi è sfuggito l’essenza del messaggio di tale arte. Impressionata e anche un po’ angosciata davanti a tronchi contorti in una sorta di dolorosi spasmi, molto simili a quelli “umani”, mi sono chiesta guardando un povero alberello a testa in giù, con la chioma fluente verso il basso e spuntoni di tronco fratturati e attorcigliati verso l’alto come mani invocanti pietà, se sia giusto imporre agli alberi una forma particolare “filosofeggiando all’orientale” invece di ammirarli così come sono nella realtà, nel pieno rispetto della Natura e delle sue divine leggi.

 

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