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L’OMBRA DI CARAVAGGIO di MICHELE PLACIDO

Il Caravaggio rivisitato in chiave più attuale
domenica 13 novembre 2022 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: CINEMA, Film


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Presentato in anteprima alla 17° edizione della Festa del Cinema di Roma, L’Ombra di Caravaggio, di Michele Placido, è ambientato nell’Italia del XVII secolo, epoca in cui Michelangelo Merisi in arte Caravaggio, genio ribelle, tormentato e trasgressivo, non rispetta le regole stabilite dal Concilio di Trento per le raffigurazioni dell’arte sacra.

Poiché per i suoi dipinti di carattere sacro, Caravaggio (Riccardo Scamarcio) usa come modelli prostitute, ladri e altre persone prese dal popolo, Papa Paolo V decide di affidare ad un agente segreto del Vaticano un’ indagine per decidere se concedere o meno la grazia che il pittore chiedeva dopo la sentenza di condanna a morte per aver ucciso in duello, Ranuccio, un suo rivale in amore.

Così l’Ombra, questo il nome dell’investigatore, avrà nelle sue mani potere di vita o di morte sul grande artista, costretto alla fuga per evitare la pena capitale. A Napoli nel 1609 trova rifugio presso la marchesa Costanza Colonna e il nipote del Papa, Scipione Borghese, in attesa della grazia papale. Insomma Michele Placido utilizza l’escamotage dell’indagine per ripercorrere gli episodi salienti della vita del Caravaggio e dimostrare il legame tra le sue esperienze di vita e le sue opere.

Nel film M. Placido interpreta il ruolo di un cardinale libertino, mentre l’indagatore, interpretato da Louis Garrel, è freddo, distaccato e fanaticamente religioso, una vera e propria ombra inquietante.

Notevole la sceneggiatura di Michele Placido, Sandro Petraglia e a Fidel Signorile, magnifica la fotografia di Michele D’Attanasio che mette in rilievo il contrasto fra oscurità e fascio di luce mirata, caratteristica saliente dei dipinti dell’artista. Ottimo il cast includente Riccardo Scamarcio, Louis Garrel, Isabelle Huppert, Micaela Ramazzotti, Tedua, Vinicio Marchioni, Lolita Chammah, Alessandro Haber, Michele Placido, Moni Ovadia, Gianfranco Gallo, Brenno Placido, Lorenzo Lavia, Gianluca Gobbi, Maurizio Donadoni, Duccio Camerini, Carlo Giuseppe Gabardini, Lea Gavino, Tommaso De Bacco, Pietro Micci. Scenografia e costumi sono di Tonino Zera e Carlo Poggioli, musiche di Umberto Iervolino, Federica Luna Vincenti.

Ci sembra che il regista voglia in qualche modo mettere in risalto non solo vita ed opere del Caravaggio, ma anche le sue idee rivoluzionarie sempre attuali. In un’intervista ha dichiarato che oggi il pittore, secondo lui, si schiererebbe dalla parte dei più poveri. Il tentativo di usare un linguaggio moderno al posto di quello del ‘600, invece, appare alquanto irreale e poco adeguato.

Il Caravaggio, visse a Napoli per ben due volte, un anno nei Quartieri Spagnoli e poi alla fine dell’estate del 1609. Il film L’ombra di Caravaggio ripercorre le vicende dell’artista nei luoghi partenopei e ricostruisce la Napoli del 600. In città sono stati allestiti anche vari set anche per rappresentare altri luoghi storici, non partenopei, della vita di Caravaggio. La troupe de L’ombra di Caravaggio ha girato a Napoli tra Castel dell’Ovo, Santa Maria la Nova e via Morelli. A Castel Dell’Ovo sono state ricostruite alcune scene degli ultimi anni di vita del Caravaggio e sono stati allestiti i set per i sotterranei di Malta con la Decollazione di San Giovanni, una delle ultime opere di Caravaggio prima del rientro a Napoli.

“L’ombra di Caravaggio ha una maturazione antica, nata 53 anni, all’ombra della statua di Giordano Bruno in Campo dei fiori, a Roma- ha affermato il regista. Ero ragazzo e nel ’68 partecipavo ai movimenti studenteschi, alle grandi manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Avevamo come riferimento la figura straordinaria di Che Guevara che dava a noi giovani il coraggio di impegnarci in politica. Un periodo formativo per noi artisti e attori. In quel periodo non pensavo proprio al teatro, volevo fare cinema. Arrivando a Roma dalla Puglia ero completamente ignorante di arte, ho scoperto Caravaggio attraverso alcuni amici. Con uno di loro, collega di Accademia, abbiamo immaginato di scrivere un testo teatrale su di lui in cui incontrava Bruno. Questo film come tutto il cinema si è fermato per il Covid-19. Ma non abbiamo ripreso guardando con sfiducia al futuro, avevamo la sensazione di avere sotto mano un gioiello da continuare a coltivare. L’ultimo anno e mezzo è stato un lavoro ancora più straordinario, in cui abbiamo cesellato il film dal punto di vista tecnologico, con le musiche, il doppiaggio. I produttori francesi, una volta visto il montato definitivo, hanno reagito con una partecipazione emotiva enorme. Poi ringrazio gli attori che hanno creduto in questo film dal primo momento: Isabelle Huppert, Louis Garrel, Lolita Chammah”.
Giovanna D’Arbitrio

 

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