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Il concetto di ignoranza e inganno: alcuni elementi

lunedì 18 maggio 2009 di Andrea Forte, Vivi Lombroso
Dando una scorsa alla storia dell’umanità, le nostre famiglie, le nostre vite, ci accorgiamo di un curioso fenomeno. Prendiamo per esempio il contadino/a, poi sua mamma, nonna, zia, i figli, i nipoti etc., che riassumiamo in contadino-contadini. Conosciamo bene la figura di quegli uomini sani, ben piantati, cioè la cartolina del contadino. Accade però un fatto: togliendo la cartolina, il contadino passa molte ore nella stalla a mungere, molte ore a raccogliere stallatico e a portarlo (...)


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Il concetto di ignoranza e inganno: alcuni elementi

venerdì 29 maggio 2009

Mi sono resa conto che - può accadere - mentre si ammette di essere ignoranti ci si inganna, in quanto l’ammissione - potrebbe rivelarsi - più un tentativo di mostrare superiorità, che non un reale interiorizzare l’ipotesi proposta.
Ma ciò che più - risulterebbe - fuorviante. mi sembra. si possa trovare nelle conseguenze di questo inganno da ignoranza malcelata da intendimento, cioè, fra le tante, il tradimento del proprio porsi in essere e in esistere, laddove ci sarebbe l’occasione di poter simbolizzare una qualità piuttosto che una quantificazione di un evento..sia durante il rapporto con se stessi sia durante il rapporto con l’altro..direi in entrambe le vicissitudini..

Mi chiedo se il senso di colpa per l’inganno e l’inevitabilità dell’errore dovuto da questa ignoranza onnipresente potrebbero, in qualche modo, incastrare la possibilità di una evoluzione che tenda a risolvere queste problematiche.
Incastrare nel senso di generare un ulteriore menzogna che impedisca di vedere il meccanismo e renda poi impossibile la comunicazione del problema.
Posto che ciò accada..il discorso va a porre i suoi esiti su una comunque esigua minoranza che tende ad essere, in qualche modo più onesta verso se stessa e quindi ad accorgersi di queste trappole..
Se io abbasso il mio tetto di ignoranza..posso semplificare il processo di comunicazione con me stessa e con l’altro?
Secondo la mia esperienza direi Ni, oppure So..
C’è un’esigenza di dichiarare, di imporre, di indurre, di spodestare, di sovrastare, che tende a rendere questo meccanismo un coacervo quasi inestricabile di contraddizioni e di complessificazioni..Tanto è vero che al di là di un qualsiasi sistema adottato per risolvere le varie problematiche esistenti, sempre ci si ritrova a dover arginare, oppure subire, o anche avallare la suddetta rosa di esigenze..
non si può certo evitare di pensare che sia l’inganno che l’errore siano praticamente un’esigenza prioritaria sulla rosa di esigenze espressa..
Simona



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