Rubrica: ARTE E NATURA

NEL SEGNO DI IRMA BLANK

La Quadriennale di Roma ricorda la grande artista.
lunedì 17 aprile 2023

Argomenti: Arte, artisti

Palazzo delle Esposizioni, Roma. Scompare all’età di 89 anni la grande artista tedesca Irma Blank che viveva e lavorava a Milano. Trapiantata in Italia nei primi anni Cinquanta, era arrivata nel ’55 a Siracusa, aveva deciso di trasferirsi a Milano negli anni Settanta, dove ha vissuto e operato fino alla fine dei suoi giorni

Di lei rimarrà impresso il segno, cifra distintiva della sua ricerca artistica e dalla forte tensione introspettiva. Sapeva esprimere il significato verbale si è espresso per mezzo di linee, volumi, forme, facendo respirare la scrittura e trasformandola “nella casa dell’essere”, come sottolineava l’artista stessa. Ha esposto sin dal 1975 a Milano, Berlino, New York e Parigi sia in mostre personali che collettive, diversi i riconoscimenti che portarono i suoi libri d’artista ad essere esposti in istituzioni come il MoMa di New York e la Biblioteca Nazionale di Francia, è del 2013 la mostra "Senza parole" che ripercorre il suo percorso artistico nella Galleria d’arte contemporanea di Bologna P420.

Irma Blank si serviva della scrittura per recuperare simboli e segni primordiali della comunicazione. L’ambiente in cui evolve la sua poetica è quello della seconda metà degli anni ’60 e primi ’70, quando l’arte concettuale è corrente trainante del periodo, un terreno fertile su cui Irma Blank può mettere in atto la sua sperimentazione linguistica del segno autonomo. I primi cicli proposti dall’artista sono gli Eigenschriften (Scritti personali), dove la pagina è completamente riempita da “scritture asemantiche”, come le ha definite Gillo Dorfles, e dove il segno grafico non è scindibile in ulteriori unità alfabetiche.

La Blank ha l’intento di avvicinarsi alle radici dell’io, impedendo di fatto al fruitore il senso ultimo dell’opera, pur apprezzandone il mistico susseguirsi di segni. Una scrittura silenziosa, un segno ripetuto, che nella ripetizione stessa “è potenziato e riporta allo stesso concetto, ciò che è stato e ciò che potrà essere “. Le Trascrizioni sono grafica esistenzialista: l’artista proietta la sua interiorità nella scrittura, “una scrittura purificata dal senso, un segno autonomo che dà voce al silenzio“, senza che questi abbiano un vero e proprio significato. Un linguaggio aperto che supera il significato determinato e dentro il quale ciascuno può proiettare sé stesso. Nei Radical Writings invece, utilizza un tipo di scrittura “pittorica”, partendo da sé e spingendosi verso l’infinito, un’evoluzione delle Trascrizioni, quindi. Il fruitore entra nell’opera come in un libro, al centro si trova una parte più scura, che corrisponde all’inizio del segno. Tale segno viene prodotto in simultanea con il respiro per creare una corrispondenza sempre maggiore tra la scrittura, l’essere e la vita

Tra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90 i pastelli, l’inchiostro e la china su carta o pergamena, fin’ora utilizzati, vengono sostituiti con colori acrilici e oli. Nella serie degli Avant-testi utilizza anche la biro, su un supporto in poliestere posto sul telaio. In questo periodo, la Blank sperimenta il mondo dell’astrattismo, celebra il mito, i primordi della scrittura, che “si consegna in un movimento rotatorio, autoavvolgentesi. Viene dal corpo e ritorna ad esso. Lasciando traccia della sua breve epifania“. Un movimento circolare che l’artista impone a un fascio di biro, finché non ritiene la superficie ottenuta abbastanza omogenea, ritenendola come l’espressione del proprio Io più nascosto.

Uno degli ultimi cicli si intitola Hyper-Text ed è uno sguardo sulla società attuale. Qui la Blank sovrappone con la tecnica serigrafica il testo da lei scritto in tre lingue con lo scopo di impedirne la leggibilità, utilizza dunque una scrittura semantica, le cui lettere sono così sovrapposte da rendere impossibile la lettura.

Come ha sottolineato nel ricordarla Umberto Croppi di Federculture, “La scomparsa di Irma Blank è una grande perdita, la sua forza espressiva ha rappresentato un unicum nel panorama contemporaneo. Nell’ultima edizione della Quadriennale d’Arte la sua imponente opera Bleu Carnac fu scelta dai curatori come istallazione centrale della mostra al Palazzo delle Esposizioni. L’artista lascia l’eredità di ricerca e sperimentazione di una poetica destinata ad occupare un capitolo di rilievo nella storia dell’arte”.

Irma Blank partecipò a tre edizioni della Quadriennale d’arte: XI (1986), XIV (2005), 17a (2020-2021). Nella più recente edizione, dal titolo “FUORI” al Palazzo delle Esposizioni, Irma Blank era stata scelta dai curatori Sarah Cosulich e Stefano Collicelli Cagol tra le figure emblematiche per una rilettura dell’arte italiana dagli anni Sessanta ad oggi, annoverandola tra le visioni indipendenti e i modelli artistici alternativi alle narrazioni dominanti.

Il lavoro scelto per la mostra, Bleu Carnac (1992) indagava il segno nel suo senso pre-linguistico, mettendo in atto l’esplorazione fisica della scrittura non secondo la semiotica e autoreferenziale, ma dispiegandosi in segni che provocano una sorta di trance. Le 38 tele, infatti, formano un corridoio pulsante e ipnotico che rievocava gli allineamenti megalitici di Carnac in Bretagna, un percorso sacro scandito da un ritmo creato dal colore e dalle pause. Ciascun esemplare della serie era stato dipinto dall’artista in assoluto silenzio, partendo dal centro della tela e facendo coincidere ogni pennellata con un respiro.

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Foto:DSL Studio



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