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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’

ETICA DEL COMPORTAMENTO

Considerazioni sul comportamento umano
lunedì 3 settembre 2018

Argomenti: Opinioni, riflessioni

Un evento è formato da 4 elementi costituitivi: la sua ontologicità, l’efficacia, la forma con cui l’evento si evidenzia, la struttura che l’evento assume. Un esempio: l’evento pugno, nel momento in cui si concretizza, presenta 4 componenti:

1 - la realtà in sé, la “pugnosità”, l’evento che si connota come azione violenta, 2 - l’incisività e l’efficacia dell’evento nei confronti di se stesso e degli eventi interattivi (ha un’efficacia diversa a seconda se è dato con più o meno intensità), 3 – la forma che l’evento assume: pugno alla tempia, un destro etc.; 4 – la struttura, cioè la sua attualizzazione nell’ambito di un contesto specifico (un conto che il pugno lo danno a me, altro conto se lo danno ad altri).

Quando reagiamo ad un evento, facciamo l’errore di non valutare quest’ultimo punto. In genere noi percepiamo una o due di queste costituenti, tendiamo a cogliere l’aspetto personalistico/razionale. L’intensità dell’evento viene percepita a scapito di tutte le altre componenti. Se l’evento fosse gradatamente sacralizzato e recuperato nelle sue 4 componenti, potremmo recepire la vera portata dell’evento, si constaterebbe che l’evento non è poi così importante, oppure che è più importante di quanto si sarebbe pensato.

Qualsiasi supporto concreto, in realtà, ingloba tutte e 4 queste componenti (non so quanto è liquido il sasso e quanto è solida l’acqua). Noi siamo abituati a vedere il sasso solido e l’acqua liquida, in realtà esiste anche il loro aspetto plasmatico e aeriforme.

Ciascun evento, per quanto possa essere psichico o fisico, si sviluppa su tutte e 8 le componenti, in senso più e in senso meno. L’aeriformità dell’evento gioca un ruolo positivo, perché coadiuva a tenere il supporto concreto, la sua liquidità, e la sua plasmaticità.

A monte, queste 8 articolazioni, nel loro insieme potenziale, costituiscono il punto che contiene l’evento, ancora tutto da attualizzarsi, dispiegarsi. Ogni evento è positivo per un livello, e negativo per il successivo, alternativamente.

La moderna semiologia ha riscontrato il riconoscimento di un filo conduttore nell’evento comunicativo, che si interseca con un altro filo conduttore. Dall’intersecazione si verifica la concretezza dinamica, la quotidianità. I semiologi li chiamano Paradigma e Sintagma. Essi dicono che il Paradigma è la gradualità in verticale che l’evento comunicativo assume, mentre il Sintagma è la serie di rapporti che l’evento comunicativo vitalizza.

Al mattino, quando ci si alza, comincia l’operazione di vestizione. Questa vestizione, che i semiologi chiamano “orizzontaleggiante”, da l’evento vestizione che è la raccolta di tanti micro eventi. Questa serialità dell’evento collassa in un evento “altro”, la passeggiata. A questo punto l’evento passeggiata non ha più a che vedere con la vestizione, la quale è un evento di un evento più ampio a scatole cinesi.

L’evento come l’universo è tutto ciò che avviene. Se lo scomponiamo, riusciamo a capirlo pezzo per pezzo, ma non riusciamo a vederlo nel suo insieme. Anche nei confronti di un evento, di un individuo, non riusciamo a capire l’insieme, ma dobbiamo sospendere il ragionamento per far scattare “l’intuizione”, per interiorizzare, per percepire tutte le azioni che contemporaneamente compio; devo “cadere dentro”, essermi, esistermi



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