Rubrica: TERZA PAGINA |
Perdonare…... di
mercoledì 2 maggio 2007
Argomenti: Attualità Le cronache sono dense di fatti violenti; i morti ammazzati fanno notizia solo in caso eccezionali, come è accaduto in questi giorni. Una settimana, una settimana e tutto sarà dimenticato, siamo riusciti ad ammazzare anche la pietà. Quando poi si trova il colpevole, il padre, la madre o altri membri della famiglia si dichiarano increduli, sbigottiti, e passano alla seconda fase: chiedono perdono. Tutti chiedono di perdonare. Si alzano voci autorevoli, che invitano a sollevare vecchi e nuovi steccati .Verso il periodo natalizio le richieste sono più pressanti. Non mi pare che finora sia stata fatta un’osservazione, per altro elementare: la non delega del perdono. Mi spiego: se uno mi dà uno schiaffo, io posso anche decidere, in piena autonomia, di porgere l’altra guancia. E se un altro calca la mano e mi azzoppa, posso ancora perdonare. Ma se mi ammazza, come faccio a perdonarlo? Si dirà prontamente: non è un problema, ci sono i tuoi cari, tua moglie, i tuoi figli; loro potranno essere presi da un grande afflato e perdonare. Oltretutto, mia moglie potrebbe anche essere contenta per la mia (anticipata) dipartita e non avere rancore verso chi ha pensato di toglierle il fastidio d’un marito vecchio, noioso, sempre più fra i piedi. Ma lei non è stata delegata a perdonare. L’unico che potrebbe farlo sono io. Ed io non posso, per ovvie ragioni di comunicazione. Ne deriva la improponibilità del perdono. A chi rivolgersi? La risposta ce la dà Heinrich Heine: “Dio mi perdonerà; è il suo mestiere”. Arturo Capasso Diritti di copyright riservati |