Rubrica: ATTUALITA’ |
![]() 7 FEBBRAIO- GIORNATA MONDIALE CONTRO BULLISMO E CYBERBULLISMOUn fenomeno preoccupante
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sabato 8 febbraio 2025
Argomenti: Attualità Ogni anno, il 7 febbraio, si celebra la Giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo con l’obiettivo di sensibilizzare giovani e adulti su un fenomeno crescente e preoccupante. Ogni anno, il 7 febbraio, si celebra la Giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo con l’obiettivo di sensibilizzare giovani e adulti su un fenomeno crescente e preoccupante. L’istituzione di una giornata mondiale su tale problema nel 2017 intendeva sollecitare l’intera società a riflettere e cercare soluzioni contro ogni forma di bullismo, un comportamento violento, che può essere fisico ma anche verbale, intenzionale e prolungato nel tempo, esercitato con la precisa volontà di nuocere ad un’altra persona, scelta come vittima. E quando il bullismo avviene via social con chat e foto che offendono o deridono ecco che il bullismo diventa cyberbullismo che ancor più mina l’autostima e causa gravi danni a livello psicologico. Anche in Italia la giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo è stata istituita dal MIUR (Ministero dell’istruzione, università e ricerca) in concomitanza con il Safer Internet Day (la giornata mondiale per la sicurezza in rete), ponendosi come obiettivo quello di sensibilizzare la società su questo importante tema. Un nodo blu è stato scelto come simbolo per evidenziare che per riuscire a sradicare questo fenomeno è necessaria la collaborazione di tutti. In effetti “Il Nodo Blu – le scuole unite contro il bullismo” è un invito a tutti gli istituti scolastici ad unirsi contro tutte le forme di bullismo per non essere soli, per parlarne e denunciare i soprusi, poiché per combattere questo fenomeno occorre l’aiuto della comunità, in primo luogo quella che ha il dovere di educare.
Ai giovani fu poi rivolta la domanda “che cos’è secondo voi il bullismo?” ed essi individuarono alcune significative definizioni, come “prevaricazione, vessazione, ignoranza, protagonismo”, raccontando alcuni episodi accaduti ai loro amici e mettendo in rilievo la presenza del “mobbing” nelle loro scuole, termine di solito riferito al mondo lavorativo, può essere usato oggi anche per definire una forma sottile di “scherno” esercitata da un gruppo su ragazzi più fragili. Citando il testo “Volevano uccidere la mia anima” di M. Cappelletti, uno degli alunni asserì che il mobbing non è meno grave del bullismo, poiché può condurre anche al suicidio e concluse il suo intervento evidenziando tra le principali cause i cattivi esempi dei genitori e la violenza della società in cui viviamo. Alla domanda “come si può combattere tutto ciò?” , i ragazzi risposero che la lotta è possibile evitando una deleteria omertà con la coraggiosa denuncia dei colpevoli, mentre la dott. Colla sottolineò che a ciò va aggiunta una specifica preparazione dei docenti per ben operare sul campo, nonché una proficua collaborazione tra scuola, famiglia e le organizzazioni già presenti sul territorio in ogni regione. Interessante è notare che alle stesse conclusioni giunge il testo “Bullismo e Cyberbullismo” di Alessandro Meluzzi (Ferltrinelli). Nella presentazione del libro si legge quanto segue.: “Il bullismo rappresenta una forma estrema di degenerazione nel mondo adolescenziale. Il bullo è un violento ma spesso è fragile: un ragazzo che cerca un tentativo di affermazione violenta per la compensazione di sentimenti di fragilità e inferiorità nei confronti del mondo.(…)L’amplificazione prodotta dai media e dai social network estremizza questa condizione, anche perché la dimensione degli smartphone, che diventano ricevitori e trasmettitori nello stesso istante, fa sì che la prodezza del bullo possa diventare uno spettacolo con decine di migliaia di accessi. Il bullo è la classica figura di un carnefice-vittima: un carnefice perché produce dolori e sofferenze negli altri come tutti gli psicopatici e i sociopatici, ma anche una vittima perché viene immediatamente isolato e stigmatizzato, considerato un soggetto borderline nella propria comunità sociale di riferimento di suoi pari”. Giovanna D’Arbitrio Diritti di copyright riservati |