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Rubrica: COSTUME E SOCIETA’

e poi gli dirò…

mercoledì 22 febbraio 2006

Argomenti: Teatro

presentato dalla compagnia Bona la Prima

Al Teatro Testaccio dal 15 novembre al 31 dicembre

di Marco Falaguasta con Nathalie Caldonazzo

Marco Falaguasta ci sorprende con un’altra esilarante commedia dal sapore lieto ed allo stesso tempo imprevedibile. L’autore, che come pochi è in grado di giocare con i personaggi e le loro paure, incertezze, vicissitudini e comportamenti, immagina l’incontro di quattro individui, ognuno alle prese con un problema più o meno serio, difficile da affrontare per le loro controverse personalità. Il tutto in un ambiente, il vagone di un treno, nel quale i personaggi hanno la possibilità di mostrare, col passar del tempo e della confidenza, tutte le loro bizzarre mentalità. La società gli impone determinate scelte ed atteggiamenti ma essi, come per magia, si ritengono liberi di gettare la maschera, almeno per un viaggio, almeno per il tempo in cui il mondo li attende, alla fine del percorso quando le responsabilità della vita quotidiana travolgono i sogni e le voci fuori dal coro e dagli schemi. Ottima la scelta degli avventurieri, diversi per aspetto fisico, indole, mentalità ma dannatamente uguali quando si trovano di fronte alla svolta. Mollare tutto, non concedere la soddisfazione a chi si aspetta da loro la mossa scontata, il verdetto presunto, l’alternativa più ovvia. E’ stupendo provare, anche se per poco tempo, il piacere di sentirsi liberi dagli schemi o comunque, rendersi conto che noi siamo padroni del nostro destino ed il mondo e le sue insidie rappresentano soltanto un palcoscenico sul quale esibire i propri desideri. Falaguasta si conferma ancora una volta un brillante ideatore di situazioni quotidiane al limite dell’ambiguità, nelle quali è meravigliosamente capace di dosare le caratteristiche dei personaggi che ha a disposizione. La commedia, nel senso più autentico della sua brillantezza, deve privilegiare il collettivo al singolo ed assoluto protagonista, evidenziandone tuttavia, laddove servano, i profili vincenti dei partecipanti.

Lo spettacolo in questione, a mio avviso, è di una gradevolezza ed ironia da suscitare la voglia di una piacevole seconda visione, con l’intento di assaporare, con maggiore attenzione, l’evoluzione dei personaggi nel corso della vicenda.

Stefano Polidori



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