Rubrica: COSTUME E SOCIETA’ |
![]() LE BUGIE DI PINOCCHIOBenigni e la strana storia d’Italia
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lunedì 7 marzo 2011
Argomenti: Opinioni, riflessioni Osannato e ammirato da tutti, applaudito in standing ovation ed ormai tesoro della patria, Roberto Benigni merita decisamente il successo riscosso per svariati motivi. La grande capacità oratoria, il fervore umano, la passione con cui parla di Dante o spiega la storia dell’Italia catturano gli spettatori lasciandoli senza fiato. A differenza degli esordi, la cui comicità era profondamente “partigiana”, oggi Benigni si offre quale autore ecumenico per eccellenza. Questa volontà di piacere a tutti, o di affrontare certi argomenti assecondandoli alle esigenze dell’applauso e del consenso, sembra tuttavia macchiare gli effetti che le sue performance producono ed anche la buona fede che le sorregge. Non può infatti passare inosservato a quanti conoscano la storia in maniera non superficiale che l’incredibile spiegazione delle vicende italiane all’ultimo Festival di San Remo, appartengono al campo della favolistica, non a quello storico. Che Benigni si lasci andare, per amor patrio, ad eccessi retorici è comprensibile, perfino simpatico; inaccettabile invece è raccontare eventi senza alcun fondamento, fino a trasformare la realtà a seconda dei propri desideri – o di quelli del pubblico pagante.
Benigni invece afferma al Festival il contrario, facendo uno strafalcione enorme, ed offrendone anche la prova. Egli infatti cita il motto “Francia o Spagna basta che se magna”, chiara manifestazione di quanto le classi popolari avvertivano con diffidenza quella unificazione; continua dichiarando che la nobiltà spese molti denari per spostamenti di truppe e finanziamenti, rivelando involontariamente il carattere alto borghese del Risorgimento; racconta di un Re e di una politica spinta da sentimenti nobili e profondi, dimenticandosi che Garibaldi finì in esilio la sua vita, e che Mazzini fallì fondamentalmente i suoi obiettivi in quanto privi di realismo (basti pensare alle critiche che Marx e Bakunin gli mossero). Ne “La questione meridionale” A. Gramsci spiega perchè il sud sia afflitto da mali atavici e individua il problema proprio nel fatto che in Italia non vi fu rivoluzione di popolo, ma appunto risorgimento- rivoluzione passiva.
Forse questi pensieri non saranno passati per la mente del Benigni nazionale, forse sì: in entrambi i casi sono la prova lampante che si può essere comici anche quando si affrontano argomenti seri. Diritti di copyright riservati |