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a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
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LDVRoma
Ultimo aggiornamento
17 novembre 2025
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Eddington è una cittadina del New Mexico e nell’estate del 2020, tra COVID-19, negazionismo, obbligo e rifiuto delle mascherine, rivendicazioni razziali, armi accumulate in casa, teorie cospiratorie e gli smartphone quale unico mezzo di comunicazione, si troveranno al centro di una disconnessione sociale violenta.
Uscito al cinema il 17 ottobre, è una storia alquanto surreale e sorprendente. Questa cittadina, lontana dai problemi delle grandi città, dove le persone si conoscono tutte, si lavora e si vive all’ombra di una costruzione, un Data center che sembra l’unica speranza per un futuro della città, che sta provocando molte congetture. I giovani sono per lo più, isolati e incapaci di pensare al futuro, cercano il soddisfacimento immediato come: il sesso, il denaro, il successo; l’unica speranza rimane la possibilità di allontanarsi dal paese per raggiungere le grandi città.
Nella confusione per il continuo cambiamento di regole dovute alla pandemia da Covid, lo sceriffo sembra volere un approccio più umano, comprende chi rifiuta la mascherina con un atteggiamento negazionista e complottista.
Il cortocircuito che si sta preparando, si percepisce nello stato d’animo ansiogeno dei protagonisti, è accentuato dalla musica, dai comportamenti illogici, sono tutti fortemente stressati e spaventati da ciò che potrebbe succedere. La percezione collettiva e individuale, è quella di trovarsi sull’orlo di un abisso. Le immagini sono cupe, i colori spenti e metallici, la luce è accecante, una distopia surreale che sembra presagire l’avvento delle loro più grandi paure.
La morte di George Floyd in Minnesota, scatena un’ondata di proteste in tutti gli stati, anche ad Eddington, i giovani, confusi dal distanziamento e in cerca di un ideale da inseguire, cominciano a protestare mentre parte la campagna elettore per l’elezione del nuovo sindaco. Lo sceriffo Cross negazionista si candida contro il sindaco legalitario: Joaquin Phoenix contro Pedro Pascal, la dialettica politica raggiunge toni sempre più violenti che coinvolgono anche il privato e la moglie dello sceriffo (Emma Stone).
Un paese di duemila anime finisce per implodere, l’humor nero, l’horror e la rabbia sociale sono mescolati con maestria dal regista Ari Aster (Midsommar il villaggio dei dannati, Beau ha paura) in un piglio che ricorda le commedie crudeli e malvagie dei fratelli Coen.
Il film sembra porre l’accento, sul pericolo di valicare i limiti della legge, dell’ordine e della sicurezza, sia molto facile e questo, soprattutto in una società militarizzata come gli Stati Uniti, crea un vuoto che qualcuno può sentirsi in diritto di colmare. Basta poco per violare il patto di ordine e rispetto per la giustizia e ricadere in un sistema primitivo e violento, dove ognuno cerca la propria vendetta personale e un riscatto inaccettabile.


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