Il film molto atteso con Edoardo Leo protagonista è come annunciato una storia vera, drammatica e struggente, è la storia di Mattia Piccoli, il ragazzino premiato dal presidente Mattarella come Alfiere della Repubblica e, del suo papà affetto da Alzheimer precoce con la motivazione “per l’amore e la cura con cui segue quotidianamente la malattia del padre”.
PIl film, nella sezione Grand Public in coproduzione con Alice nella città, è diretto da Alessandro Aronadio che ha già firmato “Era ora”, altro godibile film con protagonista Leo. All’avvio sembra una commedia, poi pian piano si manifesta il dramma, coinvolgendo per l’afflato universale.
È la storia di Paolo, un quarantenne che ha ricevuto una condanna e non sa come dirlo a suo figlio, è la storia di un ragazzo che riesce ad essere forte e coraggioso per il padre, per impedirgli di cadere in depressione. È la storia di ogni figlio che deve fare i conti con la malattia dei genitori, a qualsiasi età entri nelle loro vite, accettare ciò che accade per andare avanti, per inventare ogni giorno la vita.
Una storia familiare che ci ricorda l’importanza della memoria e del tempo che dedichiamo agli affetti, perché la vita, dopotutto si riduce a questo, un cerchio di affetti che ti aiuta a vivere pienamente, ancora di più quando farlo non è più un esercizio semplice e naturale, quando devi lottare perché il vuoto non si mangi tutta la tua vita, che ti possa sostenere di forza per andare avanti.
Edoardo Leo, all’inizio è poco convincente o è talmente bravo da riuscire nella mimesi con il protagonista che non riesce ad accettare la malattia, ne esce una bella interpretazione che riesce a convincere, soprattutto quando è disorientato dal male, quando il volto di Paolo si svuota della luce di ‘essere’ e diventa il guscio vuoto di senso riempito dall’amore della sua famiglia. Teresa Saponangelo convincente nel ruolo della moglie che accompagna l’uomo che ama, come una guida attenta, capace di alleggerire la tensione e le paure del marito quando necessario e affidando al figlio il ruolo di guardiano gentile interpretato da Javier Francesco Leone molto convincente nel suo ruolo.
Il film sa commuovere e fa sorridere, all’inizio il disorientamento del protagonista è quello del pubblico, l’avvertimento sulla veridicità della storia attende il dramma e perde credibilità, sarebbe stato meglio giocarsi la carta della sorpresa, eppure riesce a superare la retorica scontata, i ricordi che diventano gag alla Buster Keaton o alla Charlie Chaplin, seppure messi lì per alleggerire, trovano senso, il bianco e nero dei ricordi sono intrisi di tenerezza e verosimiliglianza, perché i ricordi lontani tornano spesso in bianco e nero, come se la luce non riuscisse ad illuminare abbastanza da tradurli a colori.
Un film che merita una visione.