Scritto, diretto, interpretato e voluto fortemente da Monica Guerritore, una delle nostre più grandi attrici, si tratta del primo tentativo nella storia, di narrare le vicende personali a margine della sua carriera di attrice, della più grande interprete italiana amata in tutto il mondo: Anna Magnani.
Il film si apre su una notte che fu molto importante sia per la donna e l’attrice, il 21 marzo 1956, data in cui vinse il Premio Oscar come miglior attrice per La Rosa Tatuata. Una notte d’attesa che Annna Magnani passerà tra i vicoli e le piazze di Roma, immersa tra quella gente del popolo che la ama, accompagnata dai ricordi di quell’amore che custodisce ancora nel suo cuore. La segue quella che è una giovane che diventerà la sua agente, Carol Levi. All’alba la notizia della vittoria la investe di una grande gioia, per il riconoscimento, così raro per lei che pure ha già interpretato film rimasti nella storia del cinema come Roma città aperta e Bellissima.
Nannarella è una donna impetuosa, che sprizza energia da tutti i pori, generosa e incontenibile, Monica Guerritore parte da questa notte, scandita ora per ora, per narrare la vita personale e intima di una donna che l’imprevedibile curva del destino metterà ai margini nel momento del suo massimo splendore, è il ritratto anche di un mondo patriarcale e maschilista che tende a svalutare le donne, a relegarle a mere esecutrici, come se fare l’attrice equivalesse ad essere una marionetta nelle mani del grande regista.
Guerritore ha saputo scrivere e mettere in scena un racconto intimo e potente che si svela lentamente, attraverso la voce della stessa protagonista, rompendo con l’immagine iconica per penetrare nel segreto della storia intima perché possa diventare racconto universale di un’avventura umana.
Il film è dedicato ad Andrea Purgatori che già nel 2023, conquistato dalla sceneggiatura si era affiancato all’autrice, collaborando ad una prima revisione, poi ci sono voluti due anni di divulgazione nei teatri, nelle piazze per far conoscere il progetto e la sceneggiatura al pubblico e trovare le forze per realizzarlo.
Monica Guerritore riesce a far spazio a lei, ad Anna, dimostrando grande talento, coraggio e una presenza scenica prorompente, la somiglianza aumentata dal trucco tiene gli occhi incollati allo schermo, il resto è tutto merito suo, della capacità di saperla incarnare nello spirito, nel carattere, nel dolore, nel fallimento, nella sua autenticità, con l’affetto e il rispetto che si deve ad un’attrice spesso dimenticata.
Emerge il quadro di una donna dal carattere indomabile e ribelle forse conseguenza dell’antica storia di abbandono da parte della madre che l’affidò ai nonni e spiega il suo desiderio di sentirsi riconosciuta attraverso la recitazione, come lei stessa dichiarò: «Ho fatto l’attrice per avere quella carezza che mi è mancata», come l’amore per Roberto Rossellini che le è mancato tutta la vita o il figlio Luca, sempre lontano per assicurargli le migliori cure possibili.
Nel ruolo di Roberto Rossellini, Tommaso Ragno, mentre coprotagoniste nel ruolo della giovane Carol Levi la giovane attrice Beatrice Grannò (“White Lotus”) e Lucia Mascino (Carol Levi nell’età adulta) e poi Roberto De Francesco, Alvia Reale, Edoardo Purgatori nel ruolo del figlio Luca Magnani e Giampiero Ludica nel ruolo di Tennessee Williams.