Nonostante il successo di alcuni programmi, si è riscontrato, tra il pubblico televisivo, un calo generale di interesse, mancando nuove iniziative e nuovi apporti, mantenendo “l’usato “sicuro” o, peggio, rispolverando sempre vecchi film, quiz visti più volte con qualche modifica, in continua ricerca di qualcosa di interessante che attragga i cosiddetti “tele morenti”.
Unica risorsa, le fiction turche che dimostrano di possedere ed offrire un’interessante originalità nella sceneggiatura, negli interpreti e nelle trame, sempre diverse tra loro e di grande attrazione.
Attualmente, però, anche questi programmi, soprattutto pomeridiani, vengono sacrificati da altre trasmissioni “storiche”, ma, soprattutto da una pubblicità ossessiva e prepotente, che interrompe continuamente qualsiasi filo logico di racconto, creando fastidio e disappunto.
Un esempio?
Canale 5 che riesce ad inserire 5 programmi diversi dalle ore 14 circa alle ore 16 e 45 : “Beautiful”, “Il grande fratello”, “Forbidden fruit”, “Uomini e donne” e “La forza di una donna”, concentrando, in pochissimo tempo, storie diverse tra loro che dovrebbero costituire il seguito di episodi precedenti…
Ma è soprattutto l’insistente pubblicità che, nonostante i pochi minuti riservati ai racconti, interrompe continuamente e per lunghi minuti, lo svolgersi dei fatti che, a volte, non si riesce nemmeno a coordinare e a seguire.
Sarebbe preferibile ridurre il numero sovraccarico di fiction concentrato in pochissimo tempo, magari alternandolo in giorni diversi.
Ad una delle fiction più amate, ad esempio, “La forza di una donna” vengono riservati meno di 15 minuti di durata a pomeriggio (tranne il sabato), perché, altri 5 minuti sono occupati da 2 lunghe serie pubblicitarie che interrompono la trama.
Tutti comprendono l’importanza economica della pubblicità, specie per le TV così dette “commerciali”, ma dovrebbe esserci un limite di scelte da non superare, per non danneggiare la “qualità” del prodotto televisivo seguito da milioni di telespettatori e che rappresenta,da sempre, il più diffuso mezzo di comunicazione.
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