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LA SPERANZA DELLA PACE

Tra citazioni in latino e quant’altro
sabato 8 novembre 2025 di Giovanna D’Arbitrio

Argomenti: Attualità


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Quando Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo per il cessate il fuoco a Gaza, con la liberazione di ostaggi israeliani e di prigionieri palestinesi, senz’altro ci è sembrata una buona notizia poiché si è aperto uno spiraglio di pace: finalmente sono cessati i bombardamenti su bambini e civili, dopo mesi di stragi e sofferenze.

Un momento davvero toccante! Ora, tuttavia, si apre un periodo di incertezza in cui l’obiettivo dovrebbe essere uno Stato palestinese indipendente e riconosciuto, accanto a quello di Israele, per evitare altri conflitti

Si sente dire spesso "meglio una pace fragile che una guerra sicura", anche se ciò significa vivere con l’incertezza del futuro, concetto alla base di diplomazia e ricerca di soluzioni negoziate, anche se complesse. E non sono mancate citazioni in latino come quella attribuita a Cicerone :“Equidem ego ad pacem hortari non desino, quae vel iniusta utilior est quam iustissimum bellum" (Personalmente, non smetto di esortare alla pace, che, per quanto ingiusta, è sempre meglio della guerra più giusta). Ammesso e concesso che esista una guerra giusta, la citazione sottolinea l’importanza di una pace seppur raggiunta con compromessi, ma preferibile all’atrocità della guerra,

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Cicerone

E comunque l’accordo raggiunto per Gaza è stato senz’altro è stato un momento storico perché, quando le armi tacciono, gli ostaggi vengono liberati e centinaia di migliaia di persone gioiscono per una possibile pace, si prova sempre sollievo e speranza, anche se non può essere cancellata l’enorme mole di sofferenza accumulata in due anni di atrocità a Gaza, dopo la strage di Hamas del 7 ottobre.

Non si possono dimenticare 20.000 bambini morti a Gaza, circa 170.000 feriti (soprattutto donne e bambini), 42.000 con ferite invalidanti, persone uccise mentre cercavano di prendere un pacco di farina, 1500 operatori sanitari uccisi, attacchi documentati contro strutture sanitarie con 94 ospedali danneggiati o distrutti, mancanza di farmaci essenziali sangue, ossigeno, reagenti e quant’altro. Tali notizie circolano in rete, ma dati sicuri ancora non ci sono poiché anche molti giornalisti sono stati uccisi. E in un enorme cimitero, ora è difficile il recupero delle salme degli ostaggi israeliani morti…un altro motivo di preoccupazione per una fragile pace!

Malgrado tutto ciò ci sono ancora tanti israeliani e dei palestinesi che vogliono solo la pace e vivere dignitosamente. Speriamo che ora inizi una massiccia ricostruzione a Gaza dove mancano case, acqua, cibo, ospedali e scuole…altro che resort per ricchi o probabile sfruttamento di risorse, sempre causa di conflitti! Sarebbe scandaloso e disumano! Solo rispettando l’immane peso di dolore e sofferenza della gente di Gaza, sarà possibile costruire una pace lunga e duratura.

Ci sembra giusto infine non dimenticare l’Ucraina che è stata meno sotto i riflettori in questi ultimi tempi. Un’altra frase in latino è stata usata per la guerra in Ucraina e il pericolo che si espanda all’Europa: “Si vis pacem, para bellum”, poiché se vuoi la pace, bisogna prepararsi per la guerra, cioè bisogna armarsi per scoraggiare potenziali aggressori. In verità ci convince di più Erasmo da Rotterdam (1466 - 1536) che negli “Adagia” (raccolta di proverbi e detti) afferma “Dulce bellum inexpertis” (la guerra è dolce per chi non la sperimenta) e nel “Querela Pacis” (Il lamento della pace) sostiene che la guerra trasforma l’uomo in una belva feroce, lo abbruttisce, lo fa regredire ad uno stato di animale e primitivo.

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Come cristiana rifiuto guerre, crudeltà e violenze, nonché l’idea che solo Il denaro possa far girare il mondo (“Money makes the world go round” della nota canzone) e che le terre rare siano più importanti degli esseri umani. Concludo, pertanto, con le parole di Cristo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”.

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Giovanna D’Arbitrio

 

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