Roma si prepara ad accogliere al Teatro Quirino un classico intramontabile che, a distanza di quasi sessant’anni dalla sua prima apparizione cinematografica, continua a far discutere e riflettere: "Indovina chi viene a cena" scritto da William Rose che vide protagonisti gli indimenticabili Katharine Hepburn e Spencer Tracy diretto da Stanley Kramer (titolo originale: Guess Who’s Coming to Dinner).
Il film uscì in un periodo cruciale per i diritti civili negli Stati Uniti. Solo pochi mesi prima della sua uscita, nel giugno 1967, la Corte Suprema degli Stati Uniti aveva abolito le leggi anti-matrimonio interrazziale ancora in vigore in molti stati del sud con la sentenza Loving v. Virginia. Il film, quindi, affrontava un tema estremamente attuale e controverso per l’epoca, contribuendo a stimolare il dibattito pubblico sull’integrazione razziale e sui matrimoni misti.
Fu un successo commerciale e di critica, sebbene non mancarono controversie.
Il film vinse due Premi Oscar: uno a Katharine Hepburn come Migliore Attrice Protagonista (ex aequo con Barbra Streisand per Funny Girl) e uno per la Migliore Sceneggiatura Originale a William Rose. Ricevette altre otto nomination, tra cui Miglior Film e Miglior Regia.
Lo spettacolo teatrale, con la regia di Guglielmo Ferro, promette di riportare in scena un dibattito più attuale che mai sulla società e sulle sue evoluzioni, riadattato in chiave moderna.
All’epoca della sua uscita, il film di Stanley Kramer scosse l’America per la sua audace rappresentazione di un matrimonio misto interrazziale, un tema considerato scabroso nell’America della fine degli anni ’60, ancora segnata da profonde divisioni razziali. Oggi, in un’Italia e in un mondo sempre più globalizzato e multietnico, la domanda posta dal titolo risuona con una forza nuova e pressante.
Guglielmo Ferro, entusiasta del progetto, sottolinea la brillantezza di un testo che, pur avendo quasi mezzo secolo, riesce a trasmettere un messaggio di forte connotazione sociale. L’adattamento di Mario Scaletta ha avuto il merito di "sfrondare tutta una parte strettamente legata agli anni ’60", rendendo il testo non solo estremamente attuale, ma anche più diretto e crudo nel linguaggio, per parlare alle nuove generazioni.
Il fulcro dello spettacolo, ieri come oggi, risiede nel confronto con la "differenza" e, soprattutto, nella "comprensione". Un termine, quest’ultimo, che gli autori e il regista preferiscono alla più limitata "tolleranza". Non si tratta solo di accettare l’altro, ma di andare oltre, di abbracciare la diversità come parte integrante e arricchente del tessuto sociale.
La pièce ci mette di fronte a una famiglia "bene" che si scontra con l’inaspettato arrivo di un potenziale genero diverso da ogni aspettativa. I preconcetti, le paure, le convenzioni sociali vengono scardinate in una notte che cambierà per sempre le prospettive di tutti i personaggi coinvolti.
La scenografia, curata nei minimi dettagli, trasporta lo spettatore in una tipica casa newyorkese di fine anni ’60, con un divano rigido e lampade iconiche, il tutto incorniciato da una vetrata panoramica che si affaccia sul celebre ponte. L’atmosfera è ulteriormente arricchita da una colonna sonora avvolgente, con brani soul blues, con voci potenti che parlavano di amore, dolore e orgoglio nero, che sottolineano ogni emozione, rendendo l’esperienza ancora più immersiva. Un vero salto nel passato, sia visivo che sonoro, perfettamente integrato nella narrazione.
Se nel ’67 la posta in gioco era la questione razziale, oggi "Indovina chi viene a cena" apre uno spiraglio su un ventaglio più ampio di "differenze": culturali, religiose, generazionali, di genere. Il Teatro Quirino, ospitando questa produzione, non propone solo un intrattenimento di qualità, ma si fa promotore di un’occasione per il pubblico di confrontarsi con le proprie idee, i propri pregiudizi e le proprie aperture mentali.
Lo spettacolo al Quirino non è solo un tuffo nel passato cinematografico, ma una potente lente d’ingrandimento sull’Italia di oggi, invitando ognuno a riflettere su quanto siamo realmente pronti ad accogliere chi "viene a cena" nella nostra vita, portando con sé la ricchezza della sua diversità.
La scena finale di Bocci potente e iconica pareggia con il monologo di Spencer Tracy nel film. Una serata da non perdere.
www.teatroquirino.it
MER 15-ott-25 h 21:00
GIO 16-ott-25 h 17:00
VEN 17-ott-25 h 21:00
SAB 18-ott-25 h 17:00
DOM 19-ott-25 h 17:00
MAR 21-ott-25 h 21:00
MER 22-ott-25 h 19:00
GIO 23-ott-25 h 17:00
VEN 24-ott-25 h 21:00
SAB 25-ott-25 h 17:00
SAB 25-ott-25 h 21:00
DOM 26-ott-25 h 17:00
14 . 26 ottobre
Teatro Quirino
Acast Produzioni
presentano
CESARE BOCCI
VITTORIA BELVEDERE
INDOVINA CHI VIENE A CENA?
di William Arthur Rose
adattamento Mario Scaletta
con
Mario Scaletta Federico Lima Roque Elvira Camarrone Ira Noemi Fronten
Thilina Pietro Feminò Fatima Romina Alí
scenografia Fabiana di Marco
costumi Graziella Pera
musiche Massimiliano Pace
regia GUGLIELMO FERRO
personaggi e interpreti
Matt Drayton / Cesare Bocci
Cristina Drayton / Vittoria Belvedere
July / Elvira Cammarone
Padre Ryan / Mario Scaletta
Sig. Prentice / Thilina Pietro Feminò
Sig.Ra Prentice / Ira Noemi Fronten
John Prentice / Federico Lima Roque
Tillie / Fatima Romina Ali