https://www.traditionrolex.com/30 IL TRIONFO DELLA BELLEZZA NELL'ARTE DI ALPHONSE MUCHA-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Novembre 2025



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 9114
Articoli visitati
10845783
Connessi 13

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
SALUTE
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
17 novembre 2025   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

IL TRIONFO DELLA BELLEZZA NELL’ARTE DI ALPHONSE MUCHA

A Palazzo Bonaparte dall’8 ottobre 2025
martedì 14 ottobre 2025 di Patrizia Cantatore

Argomenti: Mostre, musei, arch.


Segnala l'articolo ad un amico

Artemisia e Palazzo Bonaparte dall’8 ottobre dedicano un’ampia retrospettiva ad Alphonse Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939), artista ceco, maestro indiscusso dello stile raffinato e sensuale che rivoluzionò l’immaginario visivo del suo tempo e di ogni tempo.

Con una selezione di oltre 150 opere, non si tratta solo di un viaggio nell’intera opera di Mucha attraverso l’esposizione dei suoi capolavori (tra cui Gismonda, 1894; Médée, 1898; JOB, 1896; la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 o ancora gli studi sull’Epopea Slava) provenienti dal Mucha Museum di Praga, ma rappresenta anche uno sguardo allargato verso la centralità della bellezza nella storia dell’arte, grazie anche a straordinarie opere archeologiche e rinascimentali, fino a quelli di Boldini con la sua La contessa De Rasty (1879), quello di Saccaggi con la sontuosa Semiramide (A Babilonia) del 1905, lungo il percorso in esposizione, anche gli arredi e gli oggetti Art Nouveau che tessono un dialogo che illumina Mucha di nuove prospettive, mostrando la continuità dell’ideale di bellezza femminile nel tempo.

Posto d’onore è riservato alla Venere di Botticelli (1485-1490), prestata in via del tutto eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, perfetta sintesi del concetto di bellezza e seduzione che stabilisce un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau. Tra le opere, i manifesti teatrali come quelli per Sarah Bernhardt, i pannnelli decorativi o le scatole per profumi e liquori parigini, i calendari, illustrazioni e pubblicità, un linguaggio artistico che può considerarsi design moderno, Mucha trasforma la donna in icona di grazia e forza tra fiori, linee morbide e atmosfere oniriche che tuttora ispirano moda, grafica e design contemporaneo, tanto da influenzare anche oggi i richiestissimi modelli per tatuaggi. L’allestimento elegante, con ambienti e luci soffuse, profumi, musiche, cromie, affascina il visitatore e lo conduce a superare il nostro tempo per condurlo in quello dell’Art Nouveau.

Dopo mostre di straordinario successo come quelle dedicate a Monet, Escher, Van Gogh, e Munch, con numeri record di visitatori, Palazzo Bonaparte celebra Mucha, artista capace di parlare ancora oggi al nostro tempo. Con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, dell’Ambasciata della Repubblica Ceca e del Centro Ceco presso Ambasciata della Repubblica Ceca, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia in main partner con la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e con Poema, con la collaborazione di Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino. A cura di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, direzione scientifica di Francesca Villanti.

Alphonse Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939) artista ceco, ha alla base della sua opera la ricerca di un’armonia tra natura, arte e figura femminile, utilizzando linee fluide, motivi floreali e composizioni decorate secondo uno stile d’influenza bizantina e asiatica. Trova ispirazione nella natura, utilizzando le forme organiche e armoniose per creare motivi floreali, ghirlande, viticci e arabeschi che circondano le sue figure. Le donne che ritrae sono iconiche, raffigurate come belle, sensuali, voluttuose, soprattutto consapevoli, emancipate, il cui sguardo diretto e forte simboleggia libertà, dignità e modernità. Un’iconografia femminile che rappresenta un nuovo ideale, segnando l’inizio di un’epoca di emancipazione, ed ecco spiegato il motivo per cui le aziende dell’epoca scelsero i suoi disegni per le loro campagne pubblicitarie. Mucha crea uno stile che fa dell’equilibrio tra realismo e decorazione, il suo punto di forza, le linee marcate, gli sfondi riccamente ornamentali, ricordano gli elementi decorativi giapponesi, egiziani, greci e bizantini, ed organizza le opere in cicli tematici, come "Le Quattro Stagioni", "Le Quattro Arti"o Le “Pietre Preziose” esplorando un’idea attraverso variazioni visive.

JPEG - 45.6 Kb
precious_stones_amethyst

La Mostra

Nella Parigi sfavillante della “Belle Époque”, Alphonse “Mucha” trasforma il volto della modernità. Le sue donne eleganti e sognanti, dai lunghi capelli fluttuanti e dagli sguardi magnetici, ridefiniscono per sempre l’idea di bellezza femminile. L’artista ceco, punto di riferimento dell’Art Nouveau, fonde il fascino dell’antichità con la sensibilità moderna, creando un linguaggio visivo che ancora oggi incanta. Arrivato a Parigi alla fine dell’Ottocento, Mucha si muove tra pittori, scrittori e intellettuali, ma la svolta arriva nel 1894 grazie a “Sarah Bernhardt”, la “Divina” del teatro francese. Quando l’attrice gli affida il manifesto per “Gismonda”), la capitale resta senza parole: la sua arte raffinata e sinuosa conquista le strade, trasformando la pubblicità in poesia visiva.

JPEG - 47.5 Kb
gismonda

Da allora, si susseguono le commissioni di altri manifesti come quello di Medea e diventano oggetti di culto e nasce lo “Stile Mucha” che diventerà leggenda.

JPEG - 66.7 Kb
medea

L’Afrodite Anadiomene del II secolo incarna l’archetipo della bellezza femminile che emerge e si rivela, un gesto immortalato nel marmo che attraversa i millenni per giungere fino all’arte di Mucha. Della scultura antica, l’artista riprende i canoni della bellezza femminile, le forme disvelate che racchiudono il “bello”, frutto dell’armonia esteriore e interiore. Mucha si fa interprete moderno di quella perfezione antica, scoprendo nella “Fotografia” il segreto per comprendere il movimento del corpo femminile, mezzo moderno che consente di studiarlo, fondendo l’armonia classica con la grazia moderna. Le sue figure femminili – leggere, danzanti, quasi eteree – nascono da questo sguardo analitico e poetico insieme, capace di cogliere la bellezza nella vita reale e trasformarla in arte eterna. Alphonse Mucha si interessava di misticismo, occultismo e teosofia, influenzato dalle teorie di Strindberg. Indaga su quelle, che lui stesso chiama le “forze misteriose” che regolano l’esistenza, le linee perfette e i colori pastello non sono il frutto di una ricerca del bello tout court ma, celano una riflessione profonda sull’anima, sullo spirito, rappresentano un’esplorazione del rapporto tra arte e spiritualità. Come nel “Le Pater” (1899) , un volume illustrato nel quale reinterpreta il “Padre Nostro” come fosse un viaggio iniziatico, un manifesto della sua visione dell’arte come elevazione morale e intellettuale, alcuni bozzetti sono esposti nella rassegna e una sezione è dedicata a quest’opera. All’alba del Novecento, Parigi è il cuore della modernità: teatri, caffè, affiches colorate tappezzano le strade. In questo scenario, Mucha diventa la stella assoluta dell’arte pubblicitaria (foto n.4), elevando i manifesti a opere d’arte.

JPEG - 47.7 Kb
primrose.

Le sue donne, protagoniste di profumi, spettacoli o prodotti di lusso, non sono semplici immagini: sono “icone di una femminilità consapevole”, simboli di un’epoca nuova

JPEG - 42.9 Kb
feather.

Il dialogo tra passato e presente che la mostra tenta è molto interessante, le opere di Mucha accanto alla Venere rinascimentale di “Botticelli”, nonostante i secoli che li separano e i contesti artistici profondamente diversi, si concentrano entrambi in modo emblematico sulla rappresentazione della bellezza femminile e sul ruolo che assume nei rispettivi immaginari: se in Botticelli la dea diventa simbolo di armonia cosmica e di perfezione morale, capace di tradurre in immagine le istanze neoplatoniche della Firenze medicea, in Mucha le figure femminili, presentate spesso come muse, allegorie delle stagioni, personificazioni di virtù o forze naturali, assumono lo stesso ruolo catalizzatore incarnando però un principio di ordine universale e di rigenerazione estetica, che trasforma l’ideale di bellezza, armonia e purezza in moderno simbolo di forza e libertà.

JPEG - 26.4 Kb
6_botticelli_venere_mrt_galleria_sabauda.

Dopo il successo internazionale, Mucha torna nella sua “terra natale”, dove si dedicherà, negli ultimi anni, alla monumentale “Epopea Slava”: venti tele che raccontano la storia e lo spirito del suo popolo. È l’opera della maturità, sintesi di arte, idealismo e patriottismo, un ponte tra cultura e identità. In mostra si potranno ammirare alcuni studi, bozzetti preparatori e pannelli decorativi legati a questo ambizioso progetto artistico, che esplora la storia e le leggende del popolo slavo.

A pochi anni dalla morte, l’arte di Mucha cade nell’oblio, verrà riscoperta negli anni ’60, quando il suo stile influenza la “grafica psichedelica”, la “moda” e la “cultura pop”. Da allora, la sua influenza attraversa fumetti, design, tatuaggi e manga.

Una rassegna eccezionale che attraverso le opere esposte fotografa un’epoca, un sentire, una bellezza che non è solo purezza e perfezione di forme, ma soprattutto di spirito. A più di un secolo di distanza dai suoi manifesti parigini, Mucha incanta ancora le nuove generazioni con lo stesso linguaggio: quello di una “bellezza che resiste al tempo” e incarna un desiderio di mimesi iconografica che sembra non stancare mai.

INFO T. + 39 06 87 15 111 info@arthemisia.it

ORARIO APERTURA dal lunedì al giovedì 9.00 – 19.30 venerdì, sabato e domenica 9.00 – 21.00

Biglietto intero € 18,00

 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30