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Alla 20. Festa del Cinema di Roma

Cinecittà presenta il restauro in prima mondiale de
domenica 12 ottobre 2025 di Comunicato Stampa

Argomenti: CINEMA, Film


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LA STAZIONE di Sergio Rubini Italia, 1990

Con Sergio Rubini, Margherita Buy, Ennio Fantastichini

In prima mondiale il restauro realizzato da Cinecittà dell’esordio alla regia di Rubini. Un film simbolo di una nuova onda del cinema italiano.

Sarà presentato in prima mondiale nell’edizione numero 20 della Festa del Cinema di Roma, nella sezione Storia del Cinema – Restauri curata da Gian Luca Farinelli, La Stazione, il film che nel 1990 segnò il debutto alla regia di un attore e autore amato come Sergio Rubini. A 35 anni dalla sua uscita, La Stazione, restituito in versione restaurata da Cinecittà, rappresenta ancora un film simbolo del nuovo cinema italiano, che all’inizio degli anni ’90 vide fiorire una sensibilità differente, una capacità rinnovata di unire forte autorialità ed emozione, e rendere contesti all’apparenza ristretti, racconti universali. Un film che al suo apparire venne subito notato come una novità, riconosciuto dai massimi premi italiani - il Nastro d’Argento, il David di Donatello, il Globo d’Oro, la Grolla d’Oro, Ciak d’Oro, e alla 47° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Kodak - Cinecritica e il Premio FIPRESCI – e in cui oggi si ritrova uno spartiacque riconoscibile: un cinema italiano più consapevole dei propri mezzi ripartiva dalla Stazione. Prodotto dalla Fandango di un allora giovane produttore, Domenico Procacci, il film era tratto dall’omonima commedia teatrale di Umberto Marino, adattata dallo stesso autore con il regista e Gianfilippo Ascione, e in una quasi totale unità di spazio – quello dell’ufficio di un piccolo capostazione di provincia – e di una sola notte, metteva in scena un film di rapporti, minimale, fatto di accenni, sguardi, sottili ironie, che cresceva in una scrittura emotiva intensa. Un cinema di piccoli passi che sapeva farsi grande, e faceva una foto di un’Italia che in una crisi di valori cercava rifugio nell’intimità, fosse pure quella di un incontro tra sconosciuti, in una sola notte, ma decisivo. E dava luce alle capacità di tre giovani attori che si sarebbero imposti grandemente al pubblico: Sergio Rubini, che riusciva a fondere una presenza di timido poetico e comico, un Buster Keaton contemporaneo; Margherita Buy, già di luminosa bravura; ed Ennio Fantastichini, umorale e intenso come molti memorabili personaggi successivi.

Il resto è fatto dalla chiusura di un luogo sospeso e metafisico, che riesce davvero a far esplodere sensibilità, attese, fughe e speranze di un paese che stava cambiando più velocemente di quanto si potesse avvertire.

Commenta Sergio Rubini: “Quando ho saputo che il mio primo film, La Stazione, era stato restaurato, sono stato attraversato da tante emozioni: sorpresa, gioia, gratitudine. Con La Stazione è nata la mia storia di regista, e il pensiero è tornato a quei giorni di trepidazione in cui, grazie e insieme a Domenico Procacci – produttore e amico fraterno – ci incamminammo all’inseguimento di un sogno che prese corpo fino a diventare realtà. Il restauro di un film, soprattutto se – come in questo caso – si tratta di un’opera prima, sembra riportare indietro le lancette del tempo, restituendoti miracolosamente anche un po’ di giovinezza. Un grazie di cuore a Cinecittà, che ha deciso di rimettere a lucido la copia, e alla Festa del Cinema di Roma, che ha voluto accoglierla nella sezione curata da Gian Luca Farinelli accanto ad altri prestigiosi titoli’’.

Dichiara Manuela Cacciamani, Amministratore delegato di Cinecittà: ‘I nostri laboratori di restauro sono un’eccellenza italiana - e non solo - con cui Cinecittà può portare al pubblico nazionale e all’estero il patrimonio di una cinematografia unica al mondo, un vero bene culturale. Il nostro impegno è trasmettere una grande storia del cinema, soprattutto alle generazioni più giovani, salvaguardandone materiali e qualità di visione. E allargando il canone di film e dei registi da valorizzare. La Stazione in questo senso ci sta a cuore, perché si inscrive in un passaggio particolare della storia del nostro cinema; perché è l’opera di un uomo di spettacolo di raro talento; e perché questo restauro ci conferma che il tempo non tocca le emozioni del vero cinema. Cinecittà prosegue con forza l’opera di salvaguardia della nostra cinematografia, e questo lavoro ci conferma la validità e vitalità del nostro lavoro: dare un futuro alla nostra storia’.

La Stazione nella versione restaurata da Cinecittà sarà presentato alla Festa del Cinema di Roma Domenica 19 ottobre, alla Casa del Cinema, alle 15.30, alla presenza di Sergio Rubini, di Domenico Procacci e dei rappresentanti di Cinecittà.

NOTA DI RESTAURO Il restauro 4K è stato eseguito nel 2021 da negativo scena e positivo colonna 35mm. Gli interventi principali eseguiti hanno interessato in particolare la rimozione di spuntinature, graffi, macchie. Per il restauro del suono si è provveduto punto per punto all’eliminazione dei difetti provenienti dalla normale usura del supporto.

LA STAZIONE – SINOSSI Domenico è il giovane capostazione di un piccolo paesino, S. Marco di Lamia, dove lavora oramai da anni e compie ogni giorno gli stessi gesti e le stesse azioni. Una notte irrompe nel suo ufficio una donna sconvolta: è Flavia, fuggita da un uomo che ha finto di amarla, ma che in realtà vuole solo servirsi della sua facoltosa famiglia per concludere un affare. Flavia vorrebbe partire subito, diretta a casa dei suoi genitori, ma purtroppo il prossimo treno è alle sei della mattina. A poco a poco la timidezza di Domenico inizia a far colpo su Flavia, che ride dei suoi tic, ed i due iniziano ad entrare in confidenza, finché non si presenta alla stazione il fidanzato della donna, deciso a riportarla con sé.

CREDITS Italia, 1990, 90’, colore, Commedia / Drammatico Regia: Sergio Rubini Soggetto: Umberto Marino, opera Sceneggiatura: Umberto Marino, Gianfilippo Ascione, Sergio Rubini

Con: Sergio Rubini (Domenico), Margherita Buy (Flavia), Ennio Fantastichini (Danilo), Michael Rocher, Beppe Tosco, Jean Hebert, Pietro Genuardi, Mariella Capotorto, Mariangela Ayala, Nico Salatino, Gabriella Lunghi, Pierluigi Morizio Fotografia: Alessio Gelsini Musica: Antonio Di Pofi Costumi: Carolina Ferrara, Luca Gobbi Scene: Carolina Ferrara, Luca Gobbi Montaggio: Angelo Nicolini Suono: Franco Borni Produzione: Fandango Distribuzione internazionale: Cinecittà Distribuzione nazionale: Cinecittà

Sergio Rubini - biografia Attore, regista, sceneggiatore. Figlio di un capostazione, Rubini nasce a Grumo Appula (Bari). Nel 1978 dopo aver conseguito il diploma di maturità scientifica, si trasferisce a Roma per frequentare l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico. All’inizio degli anni ’80 comincia a lavorare con registi teatrali quali Andrea Camilleri, Antonio Calenda, Gabriele Lavia, Enzo Siciliano, Franco Però ed Ennio Coltorti.

Dopo alcune esperienze da regista radiofonico, esordisce sul grande schermo da protagonista nel 1985 con Figlio mio infinitamente caro, per la regia di Valentino Orsini. Nel 1987, sempre da protagonista, viene scelto da Federico Fellini in Intervista (nel ruolo del suo alter ego da giovane) e nello stesso anno prende parte all’opera prima di Giuseppe Piccioni, Il grande Blek. Nello stesso periodo collabora con l’autore teatrale Umberto Marino interpretando alcune sue commedie quali: La Stazione, Perché avrei dovuto sposare Angela Marvulli, Il sax, Non michiamo Ramon e non ho mai organizzato un golpe alle Maracas , Ce n’est qu’un début, come regista e interprete ha messo in scena Italia-Germania 4 a 3 (1987), etc. Tra i lavori teatrali di quegli anni vanno segnalate le opere di due autori che porterà per la prima volta in Italia: American Buffalo di David Mamet in cui compare come interprete, e La notte è la madre del giorno di Lars Noren di cui è interprete e regista. Recentemente, sempre in teatro, Provando dobbiamo parlare, scritto con Carla Cavalluzzi e Diego De Silva, Delitto e Castigo, adattamento teatrale del celebre romanzo di Fedor Dostoevskij, Dracula, adattamento del romanzo di Bram Stoker, entrambi scritti con Carla Cavalluzzi, Americani, di David Mamet, Ristrutturazione ovvero disavventure casalinghe raccontate da Sergio Rubini, Il caso Jekyll , tratto da Robert Louis Stevenson adattamento Carla Cavalluzzi e Sergio Rubini con e regia di Sergio Rubini.

Nel 1989, a seguito dell’incontro con un giovane produttore, Domenico Procacci, debutta come regista con La stazione, film tratto dall’opera teatrale di Umberto Marino. Vincendo numerosi premi, tra i quali: Nastro d’Argento, il David di Donatello, il Globo d’Oro, la Grolla d’Oro, Ciak d’Oro, e nel 1990, alla 47° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, il Kodak-Cinecritica e il Premio FIPRESCI (Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica) per il Miglior Film alla Settimana Internazionale della Critica. Come regista e sceneggiatore ha diretto i seguenti film: La stazione, La bionda, Prestazione straordinaria, Il viaggio della sposa, Tutto l’amore che c’è, L’anima gemella, L’amore ritorna, La terra, Colpo d’occhio, L’uomo nero, Mi faccio vivo, Dobbiamo parlare, Il Grande Spirito, I Fratelli De Filippo, e la miniserie tv in due puntate per Rai Uno Leopardi – Il poeta dell’infinito. Come interprete, tra gli altri, ha recitato per autori come: Federico Fellini, Giuseppe Piccioni, Sergio Citti, Carlo Verdone, Giuseppe Tornatore, Francesca Archibugi, Michele Placido, Gabriele Salvatores, Giovanni Veronesi, Alessandro D’Alatri, Susanna Nicchiarelli e Paolo Genovese.

Ha inoltre recitato in produzioni internazionali come Il talento di Mr. Ripley di Anthony Minghella, Mirka di Rachid Benhadj, La Passione di Cristo di Mel Gibson, The Story of My Wife regia di Ildikó Enyedi. Attivo anche per il piccolo schermo, ha lavorato con Josèe Dayan in Il Conte di Montecristo, Balzac e La Contessa di Castiglione, nella miniserie tv di Fabrizio Costa Sacco e Vanzetti e recentemente nella serie tv Vita di Carlo 4 di e con Carlo Verdone.

Saltuariamente collabora in qualità di docente presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica "Silvio d’Amico" e il Centro Sperimentale di Cinematografia.

Nel 2025 prende parte al cast di Camera di consiglio diretto da Fiorella Infascelli, presentato durante la Festa del Cinema di Roma 2025. Nello stesso anno ha preso parte al film 40 secondi diretto da Vincenzo Alfieri sul caso di cronaca Willy Montero, presentato anche questo alla Festa del cinema di Roma 2025.

Fotologo: Cinecittà

 

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