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Picasso a Roma: Il linguaggio delle idee tra innovazione e sperimentazione

Al Museo della Fanteria dal 4 ottobre al 25 gennaio 2026
venerdì 10 ottobre 2025

Argomenti: Mostre, musei, arch.


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Inaugurata a Roma, al Museo della Fanteria, una mostra straordinaria dedicata a uno dei giganti dell’arte del Novecento, Pablo Picasso, con il patrocinio del Ministero della Difesa e delle principali istituzioni culturali. “Picasso.

Inaugurata a Roma, al Museo della Fanteria, una mostra straordinaria dedicata a uno dei giganti dell’arte del Novecento, Pablo Picasso, con il patrocinio del Ministero della Difesa e delle principali istituzioni culturali. “Picasso. Il linguaggio delle idee”, è un viaggio dentro la vita artistica e le sperimentazioni del genio spagnolo, che seppe sfidare e rivoluzionare le convenzioni del suo tempo.

La rassegna presenta non solo quadri ad olio su tela, ma esplora l’evoluzione artistica di Picasso attraverso sei sezioni tematiche, accompagnate da oltre 100 opere che ne raccontano la vita e le idee. Curatore dell’esposizione, Joan Abelló, unitamente a Marco Ancora e Carlotta Muiños, che offrono al pubblico una lettura più profonda dell’artista, focalizzando l’attenzione non solo sulla produzione iconica, ma anche sulle sperimentazioni più audaci e meno conosciute.

Pablo Picasso nasce a Malaga nel 1881 e mostra fin da giovanissimo un talento straordinario per il disegno. Dopo gli studi in Spagna, si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con l’avanguardia artistica e sviluppa il suo stile, attraversando periodi celebri come il Blu e il Rosa. Co-fondatore del Cubismo, rivoluziona il modo di rappresentare la realtà. La sua vita è segnata da passioni intense, amicizie influenti e un instancabile desiderio di sperimentare. Come possiamo parlare di Picasso senza comprendere il suo universo emotivo? Nel cuore della sua poetica, batte un tema centrale e ineludibile: le donne. Muse, amanti, compagne di vita o di passaggio, la biografia e l’arte del Maestro s’intrecciano costantemente con le figure femminili che ne hanno segnato l’esistenza e la creatività. I suoi ritratti più iconici coincidono spesso con i volti di chi ha amato — o da cui è stato amato. O respinto: come François Gilot, l’unica donna a lasciarlo, dopo dieci anni e due figli.

Ed ecco allora la prima sezione “Picasso, gli amici, le donne” che racconta questi legami che più hanno segnato la vita e la carriera dell’artista, come la sua prima compagna, l’amata Fernande Olivier anche lei artista, che firma questo “Donna che fuma” (1906-07) (fot.logo), accanto al ritratto del grande amico Ángel Fernández de Soto, suo complice nelle notti bohémiens della Barcellona dei bordelli, accanto ad opere come la riproduzione de “Femme dans l’atelier”

oltre a altre 17 opere provenienti da collezioni private e museali internazionali, tra cui 12 incisioni della serie “Sable Mouvant” (1966), realizzate per accompagnare un testo del poeta Pierre Reverdy. Si tratta di un omaggio ai rapporti personali e professionali che hanno forgiato la creatività di Picasso, oltre a rappresentare uno spunto sul rapporto dell’artista con le donne e come, artiste o meno, abbiano contribuito ispirandolo, alla sua produzione grafica e pittorica. Picasso, però, non si limita all’intimità delle relazioni. Accanto all’universo femminile, compare un altro alter ego ricorrente: Arlecchino. Figura fragile, malinconica e poetica della commedia dell’arte, che si aggira tra saltimbanchi e clown del circo Medrano, popola le tele del periodo blu e rosa, si confonde con la malinconia e l’alienazione degli emarginati. In “Arlecchino e la compagna”, i due personaggi sembrano inghiottiti dal silenzio e dall’estraneità.

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Un ritratto velato di lutto, dove riecheggia la tragedia dell’amico Casagemas, suicida per amore. Anche quando il paesaggio entra in scena, come in “Due acrobati con il cane” (1905) , il mondo appare evanescente, come se tutto si muovesse sul filo sottile della precarietà. Accanto, anche un’opera in corso di attribuzione — “Paesaggio lussureggiante” (1930) — firmata da Fernández de Soto, arricchisce il capitolo sull’amicizia, il desiderio e l’ambiguità. A chiudere la sezione, l’omaggio al poeta surrealista Pierre Reverdy, con le litografie di “Le sable mouvant” (1966), in cui il sacro e il profano si fondono come nella vita del pittore: caotica, affamata, sublime.

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Tra le scoperte inedite e affascinanti della mostra nella seconda sezione “I linoleum. Una nuova scoperta”, sempre alla ricerca di nuove forme di espressione, Picasso si dedica tra il 1958 e il 1963 alla linoleografia, una tecnica che fino a quel momento era poco esplorata. La mostra di Roma presenta 20 esemplari a colori della suite “Linoleos”, una produzione che dimostra il continuo desiderio di Picasso di esplorare sempre nuove tecniche e materiali poco convenzionali, nel desiderio di rendere l’arte alla portata di tutti.

Nella terza sezione, ”Le Tricorne” mostra l’artista e il fascino che rappresentò per lui, il mondo del balletto. Il pubblico potrà ammirare 24 disegni realizzati nel 1917 per il balletto “Le Tricorne”, ispirato ai Balletti Russi. Questi disegni per il balletto, sono un esempio perfetto di fusione tra arte visiva e performance e sono esposti accanto a opere che rivelano la sua capacità di mescolare diverse forme artistiche, dal teatro alla danza alla pittura. “L’Ultimo periodo: Côte d’Azur, foto e mostre” quarta sezione, è un affascinante spaccato degli ultimi anni di vita di Picasso, quando si trasferì sulla Costa Azzurra. Qui l’artista visse intensamente sia nella sua sfera privata che pubblica, e il suo legame con la fotografia è ben documentato in una serie di immagini scattate dagli amici Edward Quinn e André Villers. Queste fotografie, esposte insieme ai manifesti delle mostre più significative degli anni ’60 e ’70, raccontano un Picasso lontano dalle luci della ribalta, ma ancora profondamente immerso nella sua ricerca creativa.

La Coruña: la giovinezza di Picasso è la quinta sezione della mostra, con il “Carnet de la Coruña, 1895”, una edizione facsimile del carnet giovanile di Picasso, un’antologia di 107 disegni che documentano i suoi primi passi nell’arte . Il carnet, prestato dal Museo Picasso di La Coruña, offre uno sguardo diretto ed intimo sul Picasso adolescente, sui suoi disegni per gli studi di anatomia, le scene di vita quotidiana di La Coruña e i primi passi di quelle sperimentazioni stilistiche che mostravano già le sue capacità geniali.

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Ultima sezione “Arti minori e sperimentazioni: ceramica e litografie”, tributo al suo approccio verso le arti decorative e applicate, come la produzione di ceramiche degli anni ’50, realizzata in collaborazione con il laboratorio Madoura di Vallauris, o le sue litografie degli anni ’40, che dimostrano come Picasso sia stato uno dei primi artisti a riconoscere il potenziale artistico della ceramica, contribuendo così a portare questo mezzo alla ribalta nel mondo dell’arte contemporanea.

Un’imperdibile occasione per avvicinarsi al genio di Picasso e scoprire, nel cuore di Roma — città che l’artista amava e dove ebbe anche uno studio in via Margutta — la sua vasta eredità artistica. Un’esposizione inconsueta, che va oltre la pittura per esplorare la sua produzione in ambiti come la scultura, la grafica e la ceramica. Una riflessione matura sulla sua poetica, sulla capacità di superare i confini delle forme tradizionali e di intrecciare, in modo unico, arte e vita, ricerca estetica e impegno sociale.

L’esposizione è aperta al pubblico presso il Museo della Fanteria, con orari da lunedì a venerdì dalle 9:30 alle 19:30 (biglietto intero 13 euro) e nei weekend dalle 9:30 alle 20:30 (biglietto intero 15 euro).

 

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