In questi tempi duri con due sanguinose guerre in atto in Ucraina e Medio Oriente, nonché numerosi conflitti dimenticati, il libro di Massimo Giannini e Romano Prodi “Il Dovere della Speranza. ( Le guerre, il disordine mondiale, la crisi dell’Europa e i dilemmi dell’Italia), pur se analizza i gravi problemi che ci affliggono, ci invita ad avere speranza nonostante tutto, quasi come fosse un nostro dovere.
Ecco come la casa editrice Rizzoli presenta il libro: "Sono tutti buoni a parlare con san Francesco, il problema è quando devi parlare con il lupo. Romano Prodi ne ha incontrati tanti di lupi, ma ha sempre saputo che è necessario parlare anche con i dittatori, tenendo ferme le proprie ragioni. La vera questione è la nostra perdita di orizzonti sui grandi problemi che affliggono le democrazie. Custodire e promuovere "il dovere della speranza" vuol dire non arrendersi alla progressiva evanescenza europea. Vuol dire continuare a credere in una politica internazionale che non sia solo uno strumento dottrinario di rese dei conti. Perché il rischio di perdere tutto è incredibilmente concreto. -Nessuno si ingegna per provare a salvare le conquiste che hanno reso l’Europa la terra dei diritti e delle libertà solidali- afferma Prodi- Nessuno pensa a preservare e rilanciare l’eredità buona del XX secolo, che ci ha lasciato le due più immani sciagure di sempre, cioè le due guerre mondiali, ma ci ha anche donato la più grande invenzione delle democrazie moderne, cioè il Welfare State. E in questa lunga conversazione con Massimo Giannini sulla posta in gioco del mondo che verrà, emergono tutti i principali nodi conflittuali di oggi: autocrazie contro democrazie, civiltà contro barbarie, la dea incompiuta e irrisolta dell’Europa fino a toccare i nervi scoperti dei problemi interni al nostro Paese. Il risultato è un confronto serrato su tutti i grandi mali che rischiano di polverizzare il lungo lavoro di costruzione politica della pace. Con una certezza: abbiamo ancora "il dovere di sperare", soprattutto per i giovani, perché questa è la vera sfida per il futuro. “
Mi è venuto in mente il libro di Edgar Morin “Svegliamoci” nel quale, pur lanciando un grido d’allarme, il famoso sociologo e filosofo noto per le sue teorie sulla complessità, ci invita a riflettere sui pericoli di un mondo in trasformazione e nello stesso tempo ci sollecita ad affrontare le nuove sfide cercando alternative costruttive, sottolineando la necessità di trovare una bussola per orientarsi nell’oceano dell’incertezza in cui siamo dispersi, risvegliando le nostre coscienze e costruendo un “Nuovo Umanesimo” non sopraffatto da odio, violenza e onnipotenza del profitto.
Secondo Morin, il vero problema oggi non è aumentare la potenza dell’uomo (che sta già provocando il degrado ecologico e la nostra rovina), ma rafforzare le relazioni umane. Contro il sogno del dominio, si tratta di “dominare il dominio”. Morin quindi sottolinea l’importanza di un pensiero nuovo in cui concretamente interagiscano conoscenze scientifiche e filosofiche, un movimento in grado di promuovere coraggio e speranza, poiché ciò che manca oggi è la chiarezza di indicare una via, una direzione e non si possono creare alternative senza coltivare la” Solidarietà Umana”.
Pertanto ,“Svegliamoci”, forse siamo ancora in tempo. E ci fanno ben sperare in verità iniziative internazionali e trasversali, come quelle dei coraggiosi personaggi saliti sulle numerose imbarcazioni della Global Flottilla, supportata anche da milioni di persone in tutto il mondo, giovani, vecchi e bambini, scesi in piazza contro il massacro di civili a Gaza
Giovanna D’Arbitrio