Quando c’è una suggestione esterna, essa appare tale, ma in realtà attiva la suggestione interna specifica, sintonica. In realtà mi rendo complice, sono vittima di una induzione esterna. Se non soggiaccio alla suddetta suggestione esterna, è perché il mio inconscio non si sintonizza con quella, ma ne vuole imporre un’altra per i suoi propri motivi.
Prendiamo una situazione comune, la televisione e il telecomando. Accendo, trasmissione religiosa protestante. Cambio canale, un pornofilm e lo guardo; mi diverte, oppure no. Ricambio canale, documentario scientifico, lo guardo. Cosa è accaduto ? Alla trasmissione religiosa il mio inconscio non si è reso complice per motivi precisi e radicati. Alla seconda trasmissione ho rifiutato il pornofilm; anche qui il mio inconscio non si è reso complice per motivi ben precisi. Alla terza trasmissione il mio inconscio si sente complice, la guarda, si sente colto, ha imparato delle cose. Se al posto di questi esempi ci mettiamo cose più complesse o più delicate, ci accorgiamo o che il meccanismo è sempre lo stesso.
Problema nel problema. Che cosa accade nello psicosoma di quello che si sintonizza con la trasmissione religiosa ? Si sente più fervente, più saldo nella fede, più qualificato degli altri perché proteso verso lo Spirito.
Io sempre subisco il mio inconscio, io sono il mio inconscio… ma più esattamente, l’inconscio è un macroinsieme del quale un sottoinsieme è costituito dall’io, cioè quello che io stupidamente prendo per “il mio io”, e che ritengo il centro di tutto.
Se scorrete la storia del pensiero, della filosofia, notate che da un certo punto in poi subentra l’io, l’io penso, io faccio, e andando avanti, io mi sono costruito questa paura, questa gioia, questa fissazione etc., in pratica mi sono costruito l’ideale dell’io e l’io ideale. Ci sono prove fornite anche dalla scienza ufficiale per cui non sono gli individui che formano l’inconscio, ma è l’inconscio che forma gli individui.
Se nel mio cosiddetto io vengo invaso da un desiderio/timore coattistico, e piano piano mi sposto su un stato di quiete, allora presumo di liberarmi dal desiderio/timore, e di entrare in uno stato superiore. Il fatto dimostra semplicemente che “ho cambiato programma nel computer”.
In sintesi, è tutto un loop che si amplifica e specifica nel tempo, ma che resta sempre la stessa riproposizione automatica, con sporadiche illusioni di libertà, che poi sono loop camuffati.