a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
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LDVRoma
Tempo fa, lessi per caso, una frase che mi sembrò un po’ esagerata… “Si lavora tutto l’anno, solo in vista delle vacanze”….
Certamente, tale affermazione può essere discutibile, ma, sicuramente, esiste una necessità psicologica e fisica di “staccare la spina”, “interrompere il tran tran quotidiano” insita in ognuno di noi, soprattutto per i più giovani, per i bambini, per le famiglie, insomma.
Ed ora, con l’aumento irrazionale di prezzi e tariffe e, soprattutto, l’enorme riduzione di “spiagge libere”, gratuite per tutti, viene tolta, drasticamente, ogni minima possibilità di svago seppur modesto, di relax, di gite al mare che resta, da sempre, la meta più ambita e salutare.
Il Governo nega l’evidenza dei prezzi alle stelle degli stabilimenti balneari, dei parcheggi impossibili, dell’uso costoso di una consumazione al bar o ad un posto di ristoro e persino il divieto di consumare una merenda in spiaggia…e così via.
Impossibile per una piccola famiglia godersi una giornata sulla spiaggia o all’aperto, per non parlare di programmare una benchè minima vacanza, con i prezzi di alberghi, ristoranti, pensioni, più che triplicati..
Che fine hanno fatto le regole europee sul “dominio” storico delle società balneari?.
Sembra quasi che ci sia un disegno segreto per sottomettere un popolo deluso e continuamente vessato dalle tasse e dagli aumenti incontrollati dei prezzi, privato, ora, persino di un meritato periodo di astensione dal lavoro, ignorando o fingendo di ignorare che, come ci insegna la storia, “A tutto c’è un limite”.