Finchè la Premier Meloni si circonderà di persone come Santanchè, Sangiuliano, Delmastro, Giuli, Lollobrigida, Donzelli etc.etc e avrà come portavoce inopportuno Italo Bocchino, sarà difficile evitare critiche, se non risate (anche amare)....
Purtroppo, non si riesce a digerire la realtà che i migliori esempi di cultura, di arte, di studio e preparazione sono vantaggi della “sinistra”, probabilmente, perché le menti più aperte ed indipendenti, fin dai tempi più remoti, hanno compreso personaggi che anteponevano la libertà assoluta di pensiero e di espressione a qualsiasi altra ragione di vita.
Quotidianamente(o quasi) assistiamo a svarioni, gags, battute che sarebbe preferibile evitare.
L’ultima, quella del deputato Italo Bocchino, talmente infatuato da questo Governo, da suggerire, in una recente trasmissione televisiva, un Nobel per l’economia a Giorgia Meloni (sic!).
Di quale economia sta parlando l’illustre deputato? Senza considerare le continue giravolte, a tutt’oggi, non si sa ancora con certezza quali sono le prerogative, i programmi, le decisioni del nostro Paese verso un possibile futuro, mentre la nazione si trova sull’orlo del baratro e i prezzi salgono alle stelle....
Persino la Regione Marche si affida ai suggerimenti di un uomo che ha cambiato partito più volte e che non dimostra, certamente, grande affidabilità ed esperienza nella comunicazione e nell’organizzazione di elezioni alle porte.
Si ha la netta impressione che, ogni volta, per qualsiasi scelta o nomina “si cerchi nel mucchio” (assai scarno) con risultati molto criticabili.
Basti pensare alla RAI che diventa, di giorno in giorno, più deludente e scarsa di contenuti interessanti. Mancano gli autori: i migliori se ne sono andati non sottomettendosi al cosiddetto “regime” intellettuale e, i più, non si adoperano a scrivere storie e testi che, probabilmente, verrebbero “censurati”.
Il tutto, a danno dei cittadini che, delusi da promesse mai mantenute, falsi proclami e da continue delusioni ripetute per anni, preferiscono astenersi dal voto e rassegnarsi a “sopravvivere” e a subire continue prevaricazioni ed ingiustizie.
Mentre il nostro Paese galleggia in un mondo diviso su tutto.