Dopo aver speso milioni di euro per i Centri di rimpatrio in Albania, dopo aver ostacolato, in tutti i modi, l’ingresso di extracomunitari nel nostro Paese, di fronte alla disastrosa mancanza di personale in vari campi della nostra economia, dall’edilizia, alla manodopera, all’artigianato, all’agricoltura, all’infermieristica, all’ urgenza badanti ecc.ecc.ecc, il Consiglio dei Ministri approva l’ingresso di 500.000 stranieri per occupazione lavorativa in vari settori.
Erano forse necessari la crisi profonda che sta attraversando l’Italia, la disastrosa diminuzione delle nascite, la fuga di molti Italiani all’estero, il rifiuto dei giovani di fronte a lavori manuali e così via, per far “risvegliare” un Governo che, da sempre, combatte quotidianamente e ripetutamente contro quella che viene, erroneamente, chiamata una (im) possibile“ sostituzione di razza”?
“Meglio tardi che mai” si dirà…
Nel frattempo, i disagi crescono di giorno in giorno.
Primi tra tutti: la mancanza di aiuti da parte di badanti per gli anziani che si aggrava in estate; impossibilità di eseguire lavori edilizi di grande portata come quelli post terremoto o post alluvioni, raccolte di prodotti ortofrutticoli, personale alberghiero e ristoratore, oltre alla necessità di personale negli ospedali, nei centri anziani ed altro ancora.
Buttati al vento i soldi per i Centri di rimpatrio, si potrebbe ora pensare a dei corsi di preparazione ai vari tipi di impiego, naturalmente, dopo un controllo accurato dello status giuridico di ogni persona che entra nel nostro Paese.
“Ve lo avevamo detto…” direbbe qualcuno, ma, si sa, “Del senno di poi son piene le fosse” (A.Manzoni).
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