https://www.traditionrolex.com/30 Andrea Maori, Herbert Kappler.-Scena Illustrata WEB

INFORMAZIONE
CULTURALE
Luglio 2025



HOME PAGE

ARCHIVI RIVISTA

Articoli on-line 8841
Articoli visitati
10051937
Connessi 10

INDICE GENERALE
INDICE MENSILE
RUBRICHE
PASSATO E PRESENTE
EVENTI
ITINERARI E VIAGGI
AVVOCATO AMICO
COSTUME E SOCIETA’
QUADRIFOGLIO
TERZA PAGINA
LETTURE CONSIGLIATE
CULTURA
SCIENZA E DINTORNI
FILATELIA
ARTE E NATURA
COMUNICATI STAMPA
MUSICA E SPETTACOLO
SPORT
ATTUALITA’
SALUTE
LIBRI RECENSITI
AUTORI
Argomenti

Monitorare l'attività del sito RSS 2.0
SITI AMICI

a cura di
Silvana Carletti (Dir.Resp.)
Carlo Vallauri
Giovanna D'Arbitrio
Odino Grubessi
Luciano De Vita (Editore)
On line copyright
2005-2018 by LDVRoma

Ultimo aggiornamento
15 luglio 2025   e  



Sito realizzato con il sistema
di pubblicazione Spip
sotto licenza GPL

Andrea Maori, Herbert Kappler.

La fuga di stato del boia delle fosse ardeatine. 15 agosto 1977, Tralerighe Libri, 2025.
lunedì 23 giugno 2025 di Andrea Comincini

Argomenti: Recensioni Libri


Segnala l'articolo ad un amico

La storia italiana è afflitta spesso da due mali: la dimenticanza dei fatti e la loro distorsione.

Avvenimenti cruciali della nostra storia scivolano nel dimenticatoio con incredibile faciloneria. Se invece resistono al tempo, ecco che cominciano a esser riletti sotto una lente revisionista il cui scopo non è scandagliare i fatti ma ometterli, manipolarli, farli sembrare diversi. La storia di Herbert Kappler, boia delle fosse ardeatine, è esemplare. Oggi pochi fra i giovani sanno chi sia, e tra chi ha qualche anno in più resta un ricordo confuso di una persona malvagia, ma isolata nelle sue azioni.

A ristabilire un ordine veritiero e a riportare la discussione nell’ambito della storiografia seria è Andrea Maori, archivista e ricercatore indipendente, il quale, grazie a un lavoro certosino tra le carte d’archivio, ci ricorda chi è stato l’assassino nazista e soprattutto come sia scappato la notte di ferragosto 1977 dall’ospedale del Celio. Lo studioso inquadra la faccenda nell’ambito dei rapporti italo-tedeschi dopo la seconda guerra mondiale. Lungi dall’essere uno scambio paritario, l’Italia si è subito trovata in qualche modo sottomessa per ragioni economiche alla Germania, tanto da mostrare più volte un atteggiamento remissivo nei confronti del gigante teutonico – nonostante l’opinione pubblica nostrana avesse le idee ben chiare su chi e cosa avesse distrutto e massacrato il paese pochi anni prima. La storia raccontata da Maori è anche, purtroppo, una sequela di collusioni, zone grigie, politicanti ambigui e soprattutto di uno stato – quello italiano – vincolato pesantemente da poteri occulti e paralleli capaci di condizionarlo.

Negli anni ’70 “l’Italia non poteva permettersi di espatriare apertamente Kappler in Germania a causa della decisa opposizione dell’opinione pubblica”. È da questa constatazione che parte la ricostruzione delle vicende intorno al criminale nazista e alla sua fuga tanto rocambolesca quanto prevedibile. Va ricordato che fu lui a liberare a Campo Imperatore Benito Mussolini, il 12 settembre del 1943, e fu tra gli organizzatori del rastrellamento del ghetto a Roma il 16 ottobre:1259 ebrei verranno deportati ad Auschwitz. Un mostro in piena regola, il quale oltre a queste azioni organizzò l’eccidio delle Fosse areatine, dove vennero massacrati 335 uomini.

Andrea Maori ci ricorda che venero uccisi con un colpo alla testa, ma poiché spesso ne venivano sparati più di uno, molte persone si trovarono decapitate. Come sappiamo, Erich Priebke, allora giovane militare, partecipò alla strage e solo in tarda età fu scovato all’estero e poi riportato in Italia. Riuscì infatti a fuggire in Argentina dopo esser stato processato e rinchiuso a Rimini. Se l’ultimo ebbe una vita serena in Sudamerica, e solo alla fine dei suoi giorni pagò il conto delle proprie azioni, Kappler fu arrestato, processato e condannato a 28 anni, ma per cause di salute venne poi trasferito all’ospedale del Celio.

JPEG - 25.6 Kb
Andrea Maori

E qui comincia la vera e propria ricostruzione del ricercatore, il quale con dovizia di dettagli e padronanza completa delle fonti ci descrive un paese, l’Italia, che tra comitati nominati “Amici di Kappler”, forze dell’ordine compiacenti, corde calate dalla finestra e ritardi clamorosi nel dare l’allarme, “consente” all’uomo di fuggire agevolmente e di tornarsene a casa. Senza voler togliere al lettore il gusto di scoprire tutti i dettagli di questa storia tragica, ricordiamo l’ovvio: la vicenda finì nelle solite interpellanze, dichiarazioni di sdegno e quant’altro garantisse – allora come oggi – un tranquillo e poco rumoroso insabbiamento della memoria. È per questo che un libro del genere deve esser letto e discusso, anche nelle scuole.

Non si tratta soltanto di ricordare, ma di provare a immaginare un paese dove la democrazia non venga più umiliata da personaggi ambigui e da una politica legata a doppio filo con i peggiori criminali che hanno segnato e segnano la storia d’Italia.

 

https://www.traditionrolex.com/30https://www.traditionrolex.com/30