L’Italia è una penisola circondata dal mare: una posizione privilegiata e che offre, da sempre, vantaggi economici, turistici e strategici non indifferenti.
(Quest’anno, sono previsti 66 milioni di turisti).
Per anni, il mare ha rappresentato, per Italiani e stranieri, una risorsa continua grazie alla bellezza delle nostre spiagge e l’accoglienza delle strutture balneari che permettevano ingressi anche giornalieri a prezzi accessibili.
Purtroppo, i tempi e le condizioni sono cambiati: le spiagge, cosiddette “libere” sono diminuite del 70/90 %, mentre l’accesso ai vari stabilimenti è diventato proibitivo per moltissimi italiani.
Qualche esempio?
Una famiglia di 4 persone, per ingresso e sistemazione in spiaggia con ombrellone e lettino, dovrebbe spendere, in media, dagli 80 ai 150 euro per 1 solo giorno...
E quanti potrebbero permetterselo?
Inoltre, anche un caffè o una bibita al bar richiedono cifre triplicate rispetto allo scorso anno e, quindi, improponibili per famiglie a reddito basso e che faticano ad arrivare alla fine del mese.
Un tempo, le spiagge libere rappresentavano una grande risorsa per chi non poteva permettersi altro e si portava, da casa, attrezzi, panini e bibite per il pranzo.
Ora, ridotte ulteriormente, sono difficili da trovare ed ubicate in posti scomodi e poco sicuri.
Così, i cittadini italiani si trovano ulteriormente danneggiati dall’impossibilità di godersi una giornata di svago in un Paese circondato da bellezze naturali uniche al mondo e divenute inutilizzabili dai più.
Mentre le varie leggi sulla regolarità degli stabilimenti balneari è “in alto mare” e non viene, per ora, discussa, continuano a sussistere disagi e rinunce che danneggiano, soprattutto, bambini e famiglie costretti a restare in città con temperature che aumentano di stagione in stagione.
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