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LE VILLE DI POSILLIPO

Quanti ricordi, quanta malinconia
lunedì 12 maggio 2025 di Achille della Ragione



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In questo percorso narrativo intendo condividere con i lettori una serie di ricordi legati alla frequentazione delle principali ville di Posillipo, una sorta di amarcord che copra 6 chilometri e 60 anni. Forse non esiste a Napoli nessuno che ha avuto il privilegio come me di godere dell’amicizia o della conoscenza degli eredi di un patrimonio di pietre e di cultura, che dall’epoca imperiale è giunto a noi e che tutti dovremmo conoscere, ma soprattutto salvare dall’incuria degli uomini e dalla furia devastatrice del tempo.

Per chi volesse conoscere in maniera esaustiva la storia delle ville descritte in questa veloce carrellata, non ha che da consultare i celebri libri scritti sull’argomento, quali quello di Renato De Fusco,uscito nel 1990, ma ancora in commercio, o la bibbia su Posillipo, il4 monumentale volume di Italo Ferraro, dalla lettura esaltante e dal costo esorbitante.

Il racconto comincia lì dove sorgeva la villa di Vedio Pollione, divenuto ricco col commercio del grano ed amico dell’imperatore Augusto ed in epoca moderna la dimora di Ambrosio, anche lui re del grano e sodale del potente ministro Cirino Pomicino. E fu proprio il braccio destro di Andreotti a favorire il nostro incontro per visionare uno spettacolare quadro di Luca Giordano (fig.1) e preparare il relativo expertise.

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Iazabel divorata dai cani di Luca Giordano

Dopo aver ammirato il dipinto e sorbito un eccellente caffè, il padrone di casa candidamente chiese: “Vogliamo andare a teatro?”. "Vi è qualche spettacolo interessante da vedere all’Augusteo o al Diana?" "Intendevo visitare il mio teatro personale".

Con grande meraviglia ci recammo in un’area contigua alla sua villa dove potemmo ammirare, ben conservato, uno splendido teatro in grado di contenere 2.000 spettatori (fig.2), un Odeion e altre strutture di sommo interesse archeologico, da un ninfeo a delle antiche terme.

Negli anni, per fortuna dei napoletani e per sfortuna del nostro anfitrione, il monarca del grano incappò in una serie di disavventure giudiziarie, che si conclusero con l’esproprio delle sue proprietà, le quali, passate allo Stato, sono ora di godimento pubblico e sono visitabili ogni giorno, basta percorrere da via Coroglio, l’imponente Grotta di Seiano realizzata in epoca romana dall’architetto Lucio Cocceio, che fu riportata alla luce, riaperta e riadattata nel 1840 da Ferdinando II di Borbone. Il traforo, della lunghezza di circa 780 metri, attraversa la collina tufacea di Posillipo, collegando l’area di Bagnoli e dei Campi Flegrei con il Parco sommerso della Gaiola.

Il colpo di grazia al percorso terreno del nostro ospite fu la sua morte violenta: ucciso dalla servitù, che voleva rubare i gioielli di famiglia.

 

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