C’erano dunque due amici di penna che tanto per intendersi chiameremo Gamma e Delta. Essi dunque si scrivevano spesso, scherzavano, si facevano confidenze, qualche volta polemizzavano come è nelle buone abitudini di tutti gli amici, insomma ogni cosa, per lettera. Non si conoscevano però di persona, e naturalmente ad un certo punto della cordialità fra loro presero ripetutamente ad invitarsi: in pratica ciascuno dei due diceva all’altro “vienimi a trovare sarai mio ospite senza problemi”.
Passò così parecchio tempo. Ad un certo punto Gamma pensò: “Ho aspettato tanto ad accettare l’invito di Delta, gli farò un’improvvisata, vado a trovarlo senza dirglielo prima, tanto siamo amici, sono sicuro che sarà contento”. Fin qui tutto bene e tutto carino.
Il problema è che nel frattempo per una di quelle coincidenze che tutto spiegano e niente spiegano, Gamma aveva cominciato a pensare: ”E’ da tempo che siamo amici, ho aspettato fin troppo ad accettare il suo invito, gli farò un’improvvisata, vado a trovarlo senza preavviso così sarà contento e stupito”. Dopo di che giorno più giorno meno Gamma partì per la città di Delta, e Delta partì per quella di Gamma.
Dopo qualche giorno di viaggio tutti e due arrivarono alla casa dell’amico trovandola naturalmente vuota. Vuota si fa per dire perché in entrambe le case c’erano le rispettive mamme che naturalmente spiegarono ciascuna come il figlio fosse partito per andare proprio a trovare l’amico. Naturalmente tanta coincìdenza non poteva non attivarle, dopo di che si impegnarono entrambe in una serie di telegrammi per vedere di aggiustare la cosa e quindi far incontrare i due amici così evidentemente affezionati. Ma le mamme si sa, hanno una notevole tendenza a fare un po’ di confusione, per cui in un andirivieni di telegrammi stabilirono il giorno in cui ciascuno degli amici “doveva partire per finalmente incontrarsi con l’altro…”
Conseguenza fu che giorni dopo Gamma si ritrovò a casa propria solo come prima e Delta idem. A quel punto ripresero a scriversi e decisero che l’unica cosa giudiziosa poteva essere quella di incontrarsi in un terzo luogo, che non fosse le loro abitazioni, più o meno verso una certa data, e lì aspettare finché l’altro prima o poi non arrivasse.
La morale di questa storia ? Nessuna, perché le storie non hanno una morale, sono dei fatti e basta, talché arrivati a un certo punto, sono i fatti che contano, tutto il resto è fragore.