Certe manifestazioni, però, restano indelebili nella memoria ed è normale fare dei paragoni e delle critiche quando un evento musicale, il più importante e significativo del nostro Paese, delude le aspettative di chi non riesce ad adeguarsi a certe situazioni ultramoderne che stravolgono un iter cui eravamo abituati per molti anni..
Innanzi tutto i brani che sembrano assomigliarsi un po’ tutti e che, spesso, non si riescono a comprendere nei loro significati che non seguono una logica stilistica, ma sono fondamentalmente composti da un susseguirsi di parole non legate tra loro.
L’abbigliamento poi, dei vari cantanti è abbastanza discutibile e, a volte, di pessimo gusto.
E che dire dei vari conduttori?
Carlo Conti è, come al solito, molto efficiente, simpatico e sicuro di sé.
I suoi “ aiutanti in campo” un po’ meno, con interventi improvvisati e di una comicità piuttosto tiepida e scontata.
Alcuni hanno definito questo Festival 2025 ”noioso”; forse perchè le risorse immaginarie per creare un nuovo spettacolo si stanno esaurendo e, di conseguenza, il cachet da seguire finisce per essere sempre lo stesso.
L’evento, comunque, attira sempre un numeroso pubblico presente in sala e televisivo e i brani proposti avranno certamente un grande successo, specie tra i giovani.
Resta un po’ di nostalgia per come i Festival di San Remo tradizionali conservavano un fascino speciale.
Una prova?
I brani musicali di Giorgia e di Simone Cristicchi hanno avuto un successo straordinario e sembrerebbero destinati a vincere la kermesse.
Forse perché parlano di veri sentimenti e sembrano distaccarsi dal susseguirsi dei ritmi travolgenti dei rapper attuali?
Probabilmente, dentro ognuno di noi esiste un concetto molto intimo dell’amore espresso musicalmente che preferisce non essere urlato, ma tenuto dentro e che può provocare anche delle lacrime, quando una canzone riesce a commuoverti, come avvenuto, ieri sera, a Sanremo, tra il pubblico in sala.